Ho avuto 3 aperture spirituali: una quando
ero a scuola, l’altra nel 1988 dopo il parto e quella nel 2001. L’ultima è
stata un’apertura importante, ed è stata provocata da un’intuizione profonda
mentre stavo guardando l’annuario scolastico di due anni prima. Quell’anno era
stato l’anno più deprimente e privo di amici che avessi avuto. Quello che ho
visto guardando quell’annuario è stato sconvolgente per la mente. L’ho visto
pieno fino all’orlo di autografi dei compagni di classe, roba veramente di
cuore.
In quel momento ho visto con chiarezza
che non ero il pezzo di merda che pensavo di essere e che ero buona e lo ero
sempre stata. Era scioccante eppure così ovvio. Ho pianto così intensamente da
sentirmi morire. La mattina seguente quando mi sono svegliata ogni cosa era
diversa. Ho visto della luce che usciva letteralmente dalla mia bocca e dal mio
corpo. E dopo quello ho riconsiderato il mio rapporto con Dio. E dopo quello
sono venute le letture di Eckhart Tolle e dell’Adavita.
Questa
luce veniva fuori dalla
bocca ma c’era un senso di luce attorno a me. Anche la casa sembrava bagnata
nella luce, persino il pavimento sporco era radioso.
Energeticamente non era come la
Kundalini, che è molto intensa, era gentile.
Nell’ottobre del 2010 parlavo spesso al
telefono con Tony Parsons. Guardavo i suoi video e altri su Conscious TV. Ho
cominciato a notare un’internalizzazione di quello che veniva detto nel senso
cha dal nulla apparivano dei sani pensieri. Per esempio a quel tempo venni
accusata di un certo comportamento. In risposta nacque un pensiero “per quanto
accurata possa sembrare l’accusa il comportamento non ha nulla a che fare con
quello che sono”. Si manifestava il
senso che chi ero e come mi comportavo non avessero nulla in comune.
C’era
la comprensione che questo comportamento era un programma che girava, ma che
chi ero trascendeva quel programma. Il pensiero non era un’affermazione che mi
martella va in testa, ma piuttosto un’autentica comprensione. Si manifestavano
altri pensieri del genere ed erano molto liberanti. Era come se quando si manifestavano queste intuizioni si
attuasse un disfare che sfidava antiche definizioni di chi pensavo di essere.
In
quella sera di ottobre, alla fine della nostra telefonata lui con semplicità
suggerì che forse la prossima volta che mi svegliavo mi svegliassi davvero. Poi tornai a dormire e verso le 5 i miei occhi
si aprirono molto, molto spalancati. Qualcosa era diverso e strano e nello
stesso tempo lo stesso. Era molto sottile. E’ accaduto l’alzarsi e c’era il senso che lì non ci fosse nessuno.
Dopo che è accaduto l’alzarsi e il vestirsi c’è stato il camminare fuori dalla
porta. La destinazione erano le colline che guardavano sull’oceano. L’individuo era sullo sfondo, spaventato
perché tutto stava accadendo senza
nessun controllo centrale. Cominciò a preoccuparsi che non avendo controllo
avrebbe potuto accadere un camminare giù dalla collina. All’improvviso sembrò
che l’individuo riprendesse il controllo e mi fermai dirigendomi verso casa.
Poiché
c’era il senso che non ci fosse nessuno qui non era chiaro se fossi morta. Così
quando sono arrivata a casa ho chiesto a mio fratello qualcosa per vedere se mi
vedeva. Mi ha risposto e allora ho saputo che non ero fisicamente morta, ma che
l’ “io” stava apparentemente morendo.
La
mattina del risveglio sono andata a giocare. Tutti furono scioccati. Il mio
giocare era molto migliore. Poiché lì non c’era nessuno ero diventata il
giocare invece di un individuo che cercava di giocare.
Il libro preferito di Tony
Parsons che ho letto è “As It Is”. Quando l’ho letto la prima volta mi ha fatto
arrabbiare. Mi sono sentita vuota e arrabbiata. Mi ha lasciato con questa
sensazione di futilità. Ho continuato a chiedermi “E ora che cosa faccio?” Non
volevo guardarlo più. Il senso di futilità continuava a divorarmi.
Col passare del tempo ho
avuto qualche esperienza con dei ricercatori molto intensi, sia di persona che
online. Ho visto che il loro cercare era
senza fine e che più metodi o cammini trovavano più intensa diventava la loro
ricerca. Così questi ricercatori mi hanno veramente risparmiato un sacco di
sforzo. La mia ricerca ha cominciato a rallentare mentre li guardavo
accelerare. E durante tutto questo il libro di Tony ha cominciato ad avere più
senso e l’ho ripreso. Questa volta il messaggio di futilità non era più
deprimente. Ora era un sollievo nutriente.
Dopo che è stato visto che
il senso del sé è illusorio ho cominciato a notare questa strana sensazione
alla cima della testa. Una strana specie di pressione pulsante che si muoveva
dappertutto. Ero terrorizzata. Non
sapevo che cosa fosse. Ho pensato che potesse essere un’attacco. Ho anche notato che c’erano periodi di
estremo silenzio nella mia testa. Era molto calmante ma sorprendente che fosse
così silenziosa. Era un silenzio interiore
molto “rumoroso”. Ho anche notato che quando non c’era il silenzio c’era
questo strano suono pulsante nella mia testa. Più avanti ho pensato che fosse
l’energia.
Mi sono ricordata che Tony
diceva che quando si stabilisce il senso del sé l’energia senza limiti che
siamo si contrae dentro gli apparenti confini fisici del corpo. Mi è venuto in
mente che se si riusciva vedere attraverso l’illusione dei confini che
sembravano tenere a posto quell’energia
contratta si sarebbero disintegrati. L’ho chiesto a Tony che mi ha confermato
che era quello che stava accadendo.
Tutto
è cambiato continuamente. Molto dello scrivere che accadeva allora era su mappe
della realtà che svanivano. Se la nostra
comprensione del mondo è basata sulla realtà del senso del sé tutta quella
comprensione non può venire tenuta quando il senso del sé viene visto come
illusorio. Così quello che è accaduto in quel periodo è che le mappe
scomparivano e l’individuo cercava di disegnarne di nuove per dare un senso
alle cose. Era un processo bello, disperato e molto creativo. Il problema era
che non appena veniva disegnata una nuova mappa scompariva. Ora c’è meno
disperazione che mi spinga a disegnarne delle nuove. Fondamentalmente c’è accettazione che questo è come è
La
giocosità è aumentata, molta giocosità. Qualche volta irrita la gente, ma viene
sentita come una parte essenziale della vitalità. E si manifestano le comuni
qualità infantili come curiosità, giocosità umorismo, intelligenza.
Poichè la chiarezza mentale è diventata
affilata come un rasoio, il sentire situazioni disfunzionali attorno a me si è
fatto più acuto. Per esempio posso vedere perché le
connessioni tra le persone non funzionano bene, e talvolta è frustrante. Cose
come questa sono sempre state frustranti per me e, forse, lo sono ancor di più
ora che le cose sono così chiare. Qualche volta viene espressa rabbia per questo, ma in modo sia nuovo che
diverso. La differenza è che la rabbia viene da un posto più puro di quando
veniva con una storia di colpa attaccata.
Nel
mio caso molta della disfunzione nei miei rapporti è scomparsa perché posso
uscire più facilmente dalla mia parte nevrotica. E’
piuttosto sorprendente che possa vivere con mia madre così come sono. Ma ho
imparato a relazionarmi a lei in un modo così diverso dagli altri fratelli. E’
intrusiva, ma per qualche ragione riesco a ottenere la mia privacy. Fare questo
vivendo sotto lo stesso tetto è sorprendente, molti direbbero impossibile.
Il cercare continua. Qualche
volta è molto irritante quando succede. Qualche volta nasce una risata, altre
volte lacrime e frustrazione. Ultimamente
è come se fosse nessuno che cerca di essere qualcuno, un’impresa molto futile.
Cercare di essere qualcuno attualmente prende la forma di disperazione per le
amicizie, uno scopo nella vita, benessere finanziario, rendere fiere di me le
persone nella mia vita e venire notata da chi è disinteressato. Anche
partecipare a questa intervista è una forma di ricerca. Questa ricerca è
stancante ma inevitabile fintantoché c’è un ricercatore. Lo scomparire
accade ancora in alcune occasioni e quando accade la disperazione di cercare
cessa completamente.
Ma viene visto che la
frustrazione semplicemente si manifesta senza che ci sia nessuno che sia
frustrato. Talvolta questo viene dimenticato quando ci si identifica con
l’individuo.
L’individuo sembra essere in
controllo a nessuno. Il vecchio condizionamento ha il sopravvento e si prova
come se il senso del sé fosse reale. In realtà non conosco la risposta a nulla
di questo. C’è una sensazione che quello che sta accadendo sia solo uno srotolarsi
organico del senso del sé. C’è una fiducia che qualunque distruzione necessaria
accada o sia già accaduta in ottobre e che il condizionamento che sorge sia
solo dei resti che scompariranno. E qualunque condizionamento non morirà
rimarrà, quale non si sa. …..
La
vita adesso è uno strano rompicapo per l’individuo. C’è il modo condizionato di
affrontare la vita come se l’individuo fosse reale e poi il vedere come questo
approccio non si applichi più. Qualche volta confonde. Qualche volta è divertente. Qualche
volta demoralizzante. Ci sono stati dei momenti, da ottobre, in cui
l’individuo scompare di nuovo. C’è come se il senso del corpo fosse andato e
quello che rimane è solo la sensazione della pianta dei piedi che tocca il
terreno. In quei momenti non c’è assolutamente nessuna disperazione di cercare
e tutto è intero, complete e va bene così com’è. Ma quando sembra che
l’individuo ritorni c’è un forte contrasto con prima ed è scioccante. Ed è
scoraggiante vedere come, nell’equazione dell’individualità, nasca sempre
disperazione.
L’individuo può avere momenti di pace e
interezza, ma la disperazione ritornerà, la disperazione di essere qualcuno, di
essere pieno, non uno spazio vuoto.
Qualche volta questa realizzazione viene
trattata con leggerezza, altre volte, quando la disperazione si intensifica, è
difficile sopportare il dolore. C’è un anelare che la scomparsa (del sé) sia
permanente così che almeno questa disperazione possa cessare. E forse accadrà.
E così il cambiamento apparente che accade a nessuno che appare attraverso di
me è un nuovo tipo di confusione. Non è
più una confusione dovuta a mancanza di chiarezza, ma al contrario dovuta al
vedere chiaramente l’illusione e identificarsi ancora con essa. Ci sono
ancora credenze dell’individuo su quello che pensa la farebbe felice e, nello
stesso tempo, c’è un sapere che queste credenze sono tutte palle perché non c’è
nessuno da fare felice. Questo rende le cose confuse. Adesso sembra che molte
cose vengano integrate continuamente e nel mezzo di questo nasce della
confusione, Questo è come è adesso.
Fonte:
Intervista con Non Duality Magazine. 18
settembre 2011