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CONSAPEVOLEZZA - Non un'esperienza o un pratica- John Wheeler

Commento: è il solito problema di come si traduce l’esperienza chiarissima di  Chit: awareness o consciousness e quindi consapevolezza o coscienza? La natura di ciò che è, è coscienza in azione, talvolta anche consapevolezza ma non sempre.In questo momento la tua coscienza è consapevole ma non quando dormi o sogni o agisci senza rendertene veramente conto di “essere consapevole di essere consapevole”
Se leggendo qui sotto vai in confusione prova a sostituire “consapevolezza” (che in effetti, nel linguaggio della Classe è una esperienza mentale che va e viene) con “coscienza” – che costantemente è ciò che tutto è , e questo sei tu.

Domanda: Nei giorni scorsi mi è sembrato di entrare in un nuovo corso. Ho trovato che a volte nascevano preoccupazioni o anticipazioni, ma non sembrava che ci fosse più molta energia per seguirle…

John: Sì, suona giusto. Non aspettarti che il pensiero sia in alcun modo particolare. Non usare i pensieri per misurare a che punto sei (di base, non definirti coi pensieri).
Non è che pensieri, emozioni, anche intense, non affiorino; è solo che tu dimori a un livello completamente diverso, il livello dell’essere-consapevolezza sempre-presente. Lascia che i pensieri vengano o vadano come vogliono. In realtà non significano nulla rispetto a chi sei o a qualunque altra cosa.

Domanda: Qualche volta sento una consapevolezza intensa, altre volte non molto, ma in genere c’è un conoscere interiormente che non c’è scopo né bisogno di esserne preoccupato.

John: Qui c’è una sottile mancanza di chiarezza. Non hai bisogno di “sentire” la consapevolezza (come se fosse un’esperienza) ed essa, in realtà, non va e viene, anche se può sembrare così. In ogni momento la consapevolezza è presente con pienezza e conosciuta in modo assolutamente chiaro. Semplicemente chiediti che cosa conosce questi pensieri o anche l’assenza di pensieri? Quando non ‘senti la consapevolezza’ che cos’è che conosce questa esperienza? Come può quell’esperienza manifestarsi a meno che tu non sia lì a conoscerla?

Diventa veramente chiaro sul fatto che tu sei quella presenza di consapevolezza che è costantemente e sempre alla base di ogni cosa che tu sperimenti. Non guardare se la consapevolezza è lì o no, se ti è chiaro o no, e così via. Questo creerà un sottile dualismo immaginario. La tua esperienza apparentemente si sposterà di fuoco mentre ti attacchi a definizioni concettuali.
Dunque che cos’è, proprio adesso, che è presente e consapevole? Ti lascia mai? E’ mai oscurato? Anche quando tu sei completamente annebbiato e nel profondo di una disperazione concettuale non perdi mai il tuo essere. La consapevolezza è completamente presente e libera. La consapevolezza è sottile. E’ molto chiaro che tendiamo a ignorarla e a inseguire i pensieri perché sembrano molto più tangibili e reali, in un certo senso. Alla fine però sono solo apparenze fugaci che appaiono e scompaiono nella luce della consapevolezza.

Adesso tu sei completamente e pienamente quello. Non è necessaria nessuna pratica di meditazione, né potrebbe aiutarti a rendere la consapevolezza più chiara di quanto sia già. E’ solo una questione di guardare e vedere. Viene indicato ancora e ancora fino a che ti colpisce e :”Questo è quello che sono sempre stato”.

Da “Awakening to the natural state” di John Wheeler Pag 54-55.

John Wheeler è un insegnante advaita americano che si è realizzato a contatto con Sailor Bob Anderson, a sua volta discepolo di Nisargadatta Maharaj.