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LA SCOMPARSA DELLA DUALITA - Guy Smith



Non è sorprendente che la mia prima breve visione della realtà non dualistica sia accaduta durante la luna di miele della mia prima relazione d’amore. Un  mattino, mentre mi stavo svegliando, il senso di una stanza materiale di oggetti fece posto a una presenza indivisibile e senza confini, e questo durò per quello che fu un due ore e un’eternità.

Qualunque descrizione può solo mal rappresentarla, perché una descrizione descrive delle cose specifiche, mentre questa cosa era senza limiti, però uno può raccontarla come “una massa di vibrante energia dorata”, o “tutte le forme
si scioglievano come in uno sciroppo appassionato e sensuale” o “ un vuoto limpido  come un cristallo, perfettamente puro, infinitamente fresco”.

La radiosità senza tempo provocò anche la comparsa di un’altra apparenza esteticamente piacevole che comprendeva  il ricordo di un incidente dimenticato dell’infanzia, quando chiesi a mio padre, dubitando, se davvero esistevo solo da pochi anni, e lui mi rispose di sì, e la mia risposta era  un certo sapere che non era vero, il sapore pungente di un antichità e freschezza infinita che io sono.

In seguito ci furono innumerevoli esperienze del genere, tra queste molta frustrazione, tormento e lotta per ricatturare e mantenere questa unità.  Questo incluse, alla fine, ricevere “espressioni  non duali” testuali e orali, in particolare da Tony Parsons e Roger Linden.

Mentre ero impegnato in questo, ci furono molti momenti di beatitudine estatica, ma anche sensazioni molto tenere, sensibili e dolorose di disappunto e di violazione. E’ una violazione del sé sentirsi dire che non sei nulla e che non puoi fare nulla e che non otterrai nulla.

Nell’autunno 2003, frustrato da questo messaggio, avevo raggiunto la risoluzione, triste e amara, di continuare semplicemente con la mia vita perché, come dicevano, non c’è alcuno scopo nell’ascoltare insegnamenti sulla non-dualità, visto che questa è presente comunque..
Più avanti, nell’inverno, quando questo ‘continuare con la mia vita ’ non riusciva ad accadere (brevi momenti di sensibilità più profonda di consapevolezza non-strutturata mi avevano aiutato a ricevere onori di prima classe in inglese all’università di Bristol, eppure avevo passato tutto l’anno dopo la laurea senza un lavoro, senza cercarne uno, temendo di ottenerne uno) facevo lunghi bagni di profonda oscurità nelle prime ore del giorno, immergendomi nell’oscurità,
cercando in qualche modo di annichilare ogni cosa. L’idea era che questo mi avrebbe portato all’unità.

E in primavera tutto andò al posto giusto. Mi sedevo all’aperto sull’erba al sole leggendo il bel libro di Tony Parsons “Tutto quello che è”, sperimentando piccoli shock di energia dorata nel cuore. C’erano periodi quando il senso di un collasso strutturale (il collasso che il ‘me fosse una persona localizzata dentro al corpo, che camminava in un mondo esterno’) era frastornante e sbilanciante…troppa liberazione in un certo senso.
Parte di questo era la vaporizzazione del senso di colpa e di mancanza di valore: era chiaro che non c’era assolutamente nessun agente, solo un’occorrenza spontanea.

Un giorno, verso la fine d’aprile, andai in un ufficio di Bristol per chiarire un documento sulle tasse e fui condotto a credere di potere essere presto in grosse difficoltà finanziarie. Me ne andai sentendomi limpido e vuoto…nulla che potesse colpire da nessuna parte. Ma quando tornai a casa c’era un grosso groppo nello stomaco, e telefonai a Roger. Mi disse molto poco, mi raccomandò solo di prendere nota della contrazione e di non farne nulla, e immediatamente cominciò a srotolarsi e ad aprirsi.

Per un giorno o due questo srotolarsi, svilupparsi e dissiparsi continuò, accompagnato da una tenera sensazione di apertura.
E da allora c’è stata un’assoluta chiarezza che tutto quello che è, è unità. Per un paio di mesi ci sono state delle frequenti e sgradevoli sensazioni di separazione al mattino, quando mi svegliavo, poi sopravveniva il ricordo che questo ‘scomodo senso di separazione’ non è altro che l’unità, e, sorprendentemente il senso di struttura cominciava a sciogliersi.

Da allora c’è un senso generale o una qualità che potrebbe venire descritta come ‘un benessere consolidato’, rilassato, rotondamente contento e una sicurezza che tendono ad essere spesso presenti.