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UNA COSCIENZA SEMPRE PRESENTE - Ken Wilber


NOTA DI DIGAMBARA: Questo approccio è da “maneggiarsi con cura”. Il fatto stesso che la capacità di essere presente anche nel sonno profondo sia estremamente rara dimostra che non ha nulla a che vedere con una qualità incondizionata della nostra vera natura ma con una capacità di alcune  menti particolarmente dotate…. (Ma anche questo: chi lo dice??)



“Quello che non è presente nel sonno profondo senza sogni non è reale” (Ramana Maharshi)

Seduto qui sotto il portico, guardando il sole che tramonta. Ma non c’è nessuno che osserva, solo il sole, che tramonta, che tramonta. Dal Vuoto più puro emana una chiarezza brillante. Il suono degli uccelli laggiù. Le nuvole, alcune, proprio là. Ma non c’è né alto, né basso, né sopra, né là- perché non c’è nessun “me” o “io” per cui queste direzioni abbiano senso. C’è solo questo. Semplice, chiaro, facile, senza sforzo, questo sempre presente.

Diventai molto serio riguardo alla pratica di meditazione quando lessi questa citazione da Ramana Maharshi.: “Quello che non è presente nel sonno profondo senza sogni non è reale”.

Questa è un’affermazione scioccante perché, di base, non c’è nulla, letteralmente nulla, nello stato profondo senza sogni. Questo era il suo punto. La realtà suprema (o Spirito), dice Ramana, non può essere qualcosa che appare nella coscienza e poi scompare. Deve essere qualcosa di costante, permanente o, più tecnicamente, qualcosa che, essendo senza tempo, è presente pienamente in ogni punto del tempo. Perciò la realtà suprema deve essere pienamente presente anche nel sonno profondo senza sogni, e qualunque cosa non sia presente in questo stato non è la realtà suprema.

Questo mi disturbò profondamente, perché avevo già avuto parecchi kensho o esperienze simili al satori (brevi visioni dell’Uno), ma erano state tutte confinate nello stato di veglia. Inoltre, la maggior parte delle cose che amavo esistevano nello stato di veglia. E, tuttavia, chiaramente lo stato di veglia non è permanente. Va e viene ogni 24 ore. Però, secondo i grandi saggi, c’è qualcosa in noi che è sempre conscio, cioè letteralmente conscio o consapevole in ogni momento e in tutti gli stati, di veglia, di sonno, di sogno. E quella consapevolezza sempre presente è lo Spirito in noi. Quella corrente sottostante di coscienza costante (o consapevolezza nonduale) è un raggio diretto e ininterrotto del puro Spirito stesso. E’ la nostra connessione con la Dea, la nostra via diretta a Dio:

Così se vogliamo realizzare la nostra identità suprema con lo Spirito dovremo connetterci a questa corrente di coscienza costante e seguirla attraverso tutti i cambiamenti di stato, veglia, sonno, sogno.
Questo ci aiuterà a:
1)liberarci da un’identificazione esclusiva con ognuno di quegli stati (tipo il corpo, la mente, l’ego o l’anima)
2)permetterci di riconoscere e di identificarci con quello che è costante, o fuori dal tempo, in tutti quegli stati, vale a dire la Coscienza in quanto tale, lo Spirito senza tempo.

Avevo praticato intensamente la meditazione per circa vent’anni quando incontrai quella citazione da Ramana. Avevo studiato Zen con Katigiri e Maezumi; Vajrayana con Kalu e Trungpa; Dzogchen con Pema, Norbu e Chagdud; più Vedanta, TM ecc., è un lungo elenco. Quando incontrai quella citazione da Ramana stavo partecipando ad un ritiro intensivo di Dzogchen con il mio insegnate principale, Chagdud Tulku Rinpoche.

Anche Rinpoche sottolineava l’importanza di portare la mente speculare (puramente riflettente) negli stati di sogno e di sonno senza sogni. Cominciai ad avere flash di questa consapevolezza costante nonduale attraverso tutti gli stati.

Ma non fu che alcuni anni più tardi, durante un periodo molto intenso di 11 giorni- in cui il sé separato sembrò morire, profondamente, radicalmente, completamente- che tutto questo portò i suoi frutti. Durante tutti quei giorni non dormii per nulla, o meglio, fui conscio per 11 giorni; o piuttosto fui conscio per 11 giorni e notti, anche se il corpo e la mente passarono attraverso gli stati di veglia, sonno e sogno. Rimasi immobile nel mezzo dei cambiamenti; non c’era nessun io che si potesse muovere; c’era soltanto una coscienza vuota senza oscillazioni, la menta speculare luminosa, il testimone che era una cosa sola con tutto quello veniva osservato. Tornai semplicemente ad essere quello che sono, e da allora è così.

Il momento in cui questa coscienza costante nonduale diventa ovvia nel tuo caso, un nuovo destino si risveglierà nel mondo della manifestazione. Scoprirai la tua mente di Buddha, la tua Divinità, il tuo essere senza forma, senza spazio, senza tempo, Vuoto infinito, il tuo Atman che è Brahman, il tuo Keter, la tua coscienza di Cristo, tante parole, un solo Sapore. E’ senza dubbio così. E proprio quella è la tua vera identità-Vuoto puro o Coscienza pura indefinibile in quanto tale- e così vieni liberato dal terrore e dal tormento che nascono quando t’identifichi con un piccolo soggetto in un mondo di piccoli oggetti. Una volta che hai trovato la tua identità senza forma come mente di Buddha, come Atman, come puro Spirito, come Dio, assumerai quella coscienza costante, nonduale, sempre presente e rientrerai negli stati inferiori, la mente sottile e il corpo fisico, e li rianimerai con una radianza.

Non rimarrai semplicemente Senza forma e Vuoto. Ti svuoterai del Vuoto: ti riverserai nel mondo e nella mente e li ricreerai nel processo, e vi entrerai in modo equanime, ma in modo speciale entrerai in quel corpo e mente specifici che si chiamano te (che in questo caso si chiama Ken Wilber): questo sé più piccolo diventerà il veicolo dello Spirito che tu sei.

E allora tutte le cose, inclusi i tuoi piccoli corpo, mente, sentimenti e pensieri sorgeranno nel vasto Vuoto che tu sei, e si libereranno nella loro vera natura mentre sorgono, perché non sei più identificato con nessuno di loro, ma piuttosto li lasci giocare, mentre sorgono, nel Vuoto e nell’Apertura che ora sei.

Allora ti risveglierai come una Libertà radicale e canterai quelle canzoni di liberazione radiante, irradiando un’infinità troppo ovvia da vedere, e berrai un oceano di delizia.
Guarderai la luna come una parte del tuo corpo e ti inchinerai al sole come a una parte del tuo cuore, ed è tutto così. Perché eternamente e sempre, eternamente e sempre, c’è solo questo.

Da One Taste: The journal of Ken Wilber Shambhala Pubblications