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RELAZIONARSI SENZA SEPARAZIONE - Scott Kiloby

Il metodo boomerang.

Ho sviluppato un metodo che chiamo l’indagine a boomerang (boomerang da adesso in poi) che lavora sulle relazioni, per andare oltre all’illusione della separazione.

Negli anni ho continuato infatti ad incontrare persone che avevano un riconoscimento non-duale, ma che nei rapporti ancora cadevano in conflitti e nei vecchi modi dell’ego come controllo, risentimento, vittimizzazione, conflitti famigliari, attacco/difesa, problemi di matrimonio...

Certamente la non-dualità non è un programma di miglioramento di sé. Tuttavia la radice della sofferenza e del conflitto nei rapporti è la credenza nella realtà della separazione. Quindi lo svelare questa credenza ovviamente rilascia alcuni dei vecchi modi di comportamento profondamente radicati e porta ad una naturale armonizzazione dei rapporti. Il riconoscere la coscienza come lo “sfondo” della propria esperienza certamente è un passo molto avanzato, ma non sempre aiuta a vedere completamente attraverso la separazione. Ho continuato a notare che la gente diceva di aver avuto il riconoscimento della presenza ma che ancora facevano esperienza di questa oscillazione, o movimento, tra il riconoscimento della libertà e il senso di separazione.

Questo è un difetto o una ripercussione di alcuni degli approcci moderni alla non-dualità che si focalizzano sull’ “essere presenti” ma che non vanno abbastanza lontano da rivelare l’assenza di separazione. Non-dualità, dopo tutto, significa “non-due”. Non significa “essere presenti”.

Forse la cosa più importante che ognuno di noi può fare su questa terra è disvelare la credenza nella separazione. Quando lo facciamo per noi stessi lo facciamo per l’umanità intera, per ogni rapporto sulla terra. Tuttavia se intellettualizziamo soltanto la non-dualità e ci attacchiamo a frasi tipiche come “c’è solo l’Unità” o “sii presente”, non stiamo guardando profondamente nella nostra esperienza, la lasciamo solo nella testa. E così finiamo con qualcosa di inferiore al Riconoscimento pieno ed esperienziale della non-dualità e ci possiamo ritrovare molto bloccati nei vecchi meccanismi di conflitto e di separazione nei rapporti.

E’ una bellissima cosa se tu hai realizzato che quando non ci sono pensieri non c’è nessuna separazione. C’è solo una semplice presenza. E’ bellissimo se hai realizzato che “tutto quello che c’è sta accadendo proprio adesso”. Ma possiamo pronunciare delle pregnanti frasi non duali milioni di volte e creder ancora nella separazione. Se uno, in qualche forma, crede ancora nella separazione è questa la non-dualità? Non-dualità significa “non-due”. Significa vedere attraverso la separazione dovunque questa appaia, in qualunque rapporto.

I rapporti è dove realmente si arriva alla resa dei conti nella spiritualità: uno può raccontare di essere realizzato o illuminato mentre agisce ancora partendo da vecchi modi di comportamento egoici nei rapporti. Il vero test per me è questo: come ti muovi e come agisci nei rapporti? Questo rivela tutto su quanto si sia visto profondamente dentro alla credenza nella separazione. Dire solo che c’è il “non sé” non l’elimina, non ti porterà un briciolo più vicino alla vera libertà. “Non sé” deve essere realizzato continuamente. E questo include il vedere che nel rapporto non c’è nessun altro separato.

L’indagine a boomerang usa la mente per andare al di là della mente, per modo di dire… Non ti chiede di ritirarti dai concetti. Ti invita a vedere attraverso la tua credenza in essi. Ti invita a guardare specificamente un rapporto dove c’è un forte senso di separazione o di conflitto (col capo ufficio, un collaboratore, una moglie, un ragazzo, un amico, un membro della famiglia). Poi ti invita a vedere che noi, in quanto persone, esistiamo solo nei rapporti. Questo significa che ogni oggetto che vedi ti riflette indietro, in qualche modo, chi pensi di essere. Il punto dell’indagine è di vedere che tu non vedi gli altri oggettivamente. Vedi solo quello che ti rivela il tuo pensiero. Noi non facciamo esperienza l’uno dell’altro di come veramente siamo. Facciamo esperienza degli oggetti o degli altri attraverso un filtro concettuale ed emozionale. In realtà pensiero ed emozioni creano gli oggetti (le persone etc.) che vediamo.

Per esempio non puoi vedere tua madre come veramente è. La vedi solo attraverso i tuoi pensieri ed emozioni. Il droghiere non vede lo stesso oggetto quando guarda tua madre. Tuo padre non vede lo stesso oggetto quando vede tua madre. Gli amici di tua madre non vedono lo stesso oggetto quando guardano tua madre. Soffriamo nei rapporti perché crediamo, falsamente, di vederci obbiettivamente. Questa bugia dell’oggettività è esattamente quello che l’indagine a boomerang aiuta a smascherare.

Qui ci sono alcune note su quello che è e non è l’indagine a boomerang.

- Il boomerang non è un metodo per cambiare te stesso o gli altri nei rapporti. Non è un piano per il miglioramento di sé.
- Non è un’indagine disegnata per aiutarti a conquistare un partner o guadagnarti degli amici.
- Non è un modo per evitare il conflitto: di fatto ti invita ad usare il conflitto per “svegliarti” dal senso di essere un sé separato in rapporto con un altro separato.
- Non è un metodo per migliorare i tuoi rapporti. lo scopo dell’indagine è vedere attraverso il senso di separazione nei rapporti; in coincidenza i rapporti migliorano ma non col cercare attivamente di cambiarli.

Il boomerang è un insieme di domande attraverso cui sei guidato:
- Prima ti si chiede di entrare in contatto con un senso reale di separazione tra te e un altro in un rapporto. L’ “altro” può essere una persona, un luogo, o qualcos’altro. Può essere una malattia, tuo padre, un oggetto di una ossessione. Può essere qualunque oggetto.
- Poi ti si chiede di trovare l’altro cercandolo dentro alle specifiche manifestazioni di pensiero, emozioni, sensazioni. Nel non trovare l’altro, l’altro appare “vuoto” o privo di una natura separata. Viene visto che l’altro è un pensiero, un’emozione e una sensazione che sorgono inseparabili all’interno della coscienza.
- Ti viene poi chiesto anche di individuare il tuo sé specifico che viene creato in questo rapporto con l’altro. Per esempio se l’altro è "l'aguzzino", il sé è "la  vittima".
- Una volta che hai identificato il sé creato in questo rapporto, sei invitato a trovare questo sé cercandolo dentro il pensiero, l’emozione e la sensazione che si manifesta. Nel non trovare il sé il senso di separazione tra il sé e l’altro cade, lasciando la coscienza non-duale.

Crediamo di vedere gli altri come sono veramente. Non riusciamo a vedere il filtro di pensieri emozioni attraverso cui li vediamo. Vedere questo filtro per quello che è è utile per vedere attraverso il senso di separazione nei nostri rapporti. La sua forza sta proprio che è diretta in modo preciso verso i rapporti della tua vita. L’indagine taglia attraverso la credenza nell’oggettività. Taglia attraverso la nozione stessa di separazione, la credenza che tu stai guardando un oggetto separato.

L’indagine taglia in entrambi i sensi. E’ questo che intendeva il Buddha quando disse “la vacuità non è altro che forma e la forma nient’altro che vacuità”. Il boomerang rivela che non c’è separazione in entrambe le direzioni (soggetto o oggetto). Rivela che l’amore è già lì in ogni rapporto, sotto la falsa credenza nella separazione e sotto la bugia dell’oggettività. Questo accade quando portiamo il “non sé” alle sue vere profondità invece di lasciarlo nella superficie di frasi fatte e concetti. Alla fine dell’indagine sarai ancora capace di usare le etichette convenzionali di sé e l’altro. Ma ora vedi quel sé e quell’altro solo come concettuali. Questo ti permette di usare le etichette ma senza più credere nella separazione.

http://www.kiloby.com/writings.php?offset=0&writingid=288

Commento: E’ un metodo interessante per portare il Riconoscimento proprio nelle relazioni. La “relazione” è un gioco di specchi, una invenzione dell'evoluzione fondata sulla ipseità (identità) corporea che è alla base del meccanismo egoico: “io sono altro da-, la separazione mi identifica e distingue”. E’ nell’azione quotidiana che prevale di nuovo la forza della illusione fondamentale dell'“io separato” proprio perché gli specchi di tutte le nostre menti continuano a riproporre il falso, il sé. L’altro, se ancora “ignorante”, ha bisogno che tu alimenti la sua illusione (che è la sua realtà) e quindi ha un forte investimento nel vederti separato da sé. I ruoli codificati con cui ci rapportiamo rafforzano il falso senso di utilità dell’illusione. Come è possibile relazionarsi senza separazione? La visione della Verità per scardinare questo gioco tocca il meccanismo egoico, facendolo svanire istantaneamente. La ripetizione di questo processo libererebbe l'automatismo. Ricorda infatti: pensiero ed emozioni sono strumenti creativi del Vuoto- riconoscili e l'illusione perde il suo potere. Collassando la "relazione tra sè separati", al suo posto si manifesta SatChitAnanda - "l’amore è già lì in ogni rapporto, sotto la falsa credenza nella separazione e sotto la bugia dell’oggettività". D.