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STABILIZZARE IL RICONOSCIMENTO (1) - Adyashanti


Ricorda: non è il me che si è risvegliato ma è il risveglio (awakeness) che si è risvegliato dal me, o come talvolta mi piace dire, è l’illuminazione che è illuminata, non il me….
Il fenomeno per cui “ho avuto il risveglio e poi l’ho perso” è molto comune: è la lotta tra la nostra vera natura e la nostra natura immaginaria cha va avanti e indietro dall’una all’altra; questo significa che la nostra coscienza non è ancora uscita completamente dall’attrazione gravitazionale dello stato di sogno, l’ego, e così spesso vacilla tra le due.

Può essere molto sconcertante, in un certo senso è anche un po’ schizofrenico, perché una volta che abbiamo visto la realtà profonda delle cose e poi ci ritroviamo indietro nello stato del sogno è molto strano, perché una parte di noi conosce la realtà più profonda, sa che la struttura egoica non è vera, sa che quello che la nostra mente crede, qualunque interpretazione dia, non è vero.
Parte di noi sa che è letteralmente nient’altro che un sogno del corpo mente, ma, simultaneamente, la forza gravitazionale dello stato di sogno può essere ancora molto forte, così anche se lo sappiamo, possiamo ancora stare credendo nell’ego.

E’ molto strano sapere che un pensiero dentro di noi non è vero e simultaneamente credere che sia vero. Prima del risveglio credevamo o non credevamo in un pensiero. Ma per molti, dopo il risveglio, o uno sprazzo di risveglio (un risveglio non stabile), può essere molto sconcertante credere e non credere simultaneamente o agire partendo da qualcosa che sappiamo non venire dalla visione priva di divisioni che abbiamo visto, ma comunque agiamo in quel modo, e siamo quasi costretti, da forze interiori che non comprendiamo, a comportarci in un modo che sappiamo non vero. Per chi ha avuto questa esperienza che èmolto, molto comune è molto sconcertante, può sembrare di aver fatto un salto indietro, di aver fatto qualcosa di sbagliato: come possiamo fare cose che non provengono dalla verità ma dall’ego?
Allora è importante ricordare che non è successo nulla di sbagliato, non è stato fatto nessun errore, è solo la fase successiva del proprio risveglio, lo sviluppo successivo. E’ molto raro che il risveglio iniziale si concluda subito in un dimorare stabilmente nel risveglio, in un dimorare nella sua percezione continua, nell’apertura continua. Alcuni insegnanti direbbero che se il risveglio vacilla allora non c’è stato davvero un risveglio, ma per me non è così: se abbiamo visto la verità abbiamo visto la verità, che sia stato per due secondi o due secoli, abbiamo visto la verità.
In questa fase dobbiamo comportarci in modo saggio: che cosa fare quando il risveglio vacilla, viene e va da sé come un interruttore della luce, senza che noi si abbia alcun controllo?
Se non hai capito che non sta accadendo nulla di sbagliato scappi via cercando di tornare a quel momento di risveglio, ma eludi questa parte del viaggio. Invece renditi conto che non c’è nessun problema, che fa parte del viaggio, anche se c’è ancora qualche confusione e questa oscillazione possa essere dolorosa - di fatto è molto più doloroso agire in un modo che sappiamo non vero quando conosciamo la verità….

Ricordo una volta che ero andato a un ritiro zen, e la badessa, una donna meravigliosa, parlava del processo del risveglio che è come salire una scala: ogni gradino che fai hai sempre meno la tendenza a guardare giù, cioè hai sempre meno la tendenza ad agire in modi che sai non veri, o parlare in modi che non sono veri, perché se lo fai cominci a realizzare che le conseguenze diventano sempre più grandi, più risvegliati diventiamo maggiori le conseguenze di un azione non secondo la verità.

Pensavamo che la libertà fosse solo una carta per uscire di prigione; inizialmente abbiamo una relazione con la libertà che è piuttosto infantile, per cui la libertà è solo una cosa personale, che riguarda solo il me che si sente comunque straordinariamente bene e libero. Ma ci sono molte più sfumature, è molto più complesso ma anche semplice. La libertà non è una cosa personale, non è un’acquisizione e come diventiamo più consci, più risvegliati,  ci sono  conseguenze sempre più forti quando agiamo non partendo dalla verità.
Ci sono quindi delle buone ragioni perché il risveglio vacilli, in dipendenza dai conflitti non risolti in noi stessi, nelle parti ancora condizionate che il risveglio non ha penetrato e quindi non hanno potuto diventare totalmente libere.

Il risveglio non va scambiato col migliorare se stessi, non riguarda il diventare un essere perfetto o un santo. Santo è l’essere intero, il percepire dalla totalità intera (non divisa), il fatto che noi essere umani non siamo divisi  dentro. E’ quello che ci divide dentro che causa letteralmente l’esperienza fisica della separazione, ed è questo che deve venire guarito perché contribuisce a farci rimanere dentro l’attrazione gravitazionale dello stato di sogno.
 (Continua..)

Commento: le abitudini,le routine sono percorsi automatici che fanno risparmiare energia e tempo al cervello. Tutto qui. Cosa ha a che fare questo con la Verità che sei? L’identificazione in te stesso -e la proiezione sugli altri che li tiene separati e diversi -si scioglie alla luce della Verità e nello specifico con Anand in azione. Che questo processo impieghi tutta la tua vita, che importanza ha per chi sei veramente?