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IL RISVEGLIO E' PERSONALE O IMPERSONALE? - Tony Parsons


Una realtà unificata in cui ci sono “non due” o non c’è “nessun altro” conferma sicuramente la natura illusoria della separazione. Se la separazione è illusoria allora qualunque tentativo di non essere separato è radicato in una prospettiva dualistica. Quindi il principio base di ogni insegnamento che tenti di trasformare uno stato illusorio di essere separato in uno stato di essere nell’unità è basato sulla credenza di una realtà divisa e quindi non può ritenersi non-duale.
Per chiunque sia interessato o nuovo arrivato in questa materia può essere tutto molto confuso. Tuttavia qui c’è la percezione che ci siano due generi distinti di comunicazione sulla natura dell’illuminazione: una è personale e l’altra impersonale.
La prima offre aiuto alla “persona” che cerca  direttive per trovare qualcosa chiamata illuminazione. La seconda non offre nulla alla “persona”.
La prima si presenta in molte forme e ha un ampio seguito perché sembra rispondere alle esigenze della “persona”. La seconda non è familiare ed è una sfida energetica.
Il messaggio personale è basato sulla credenza che ci sia qualcosa come un ricercatore separato che può ottenere qualcos’altro chiamato illuminazione. L’impersonale vede il senso incarnato del sembrare di essere separato e irrealizzato come uno stato illusorio che spinge il ricercatore apparente a cercare un’altra illusione chiamata illuminazione personale. Qualunque comunicazione che sostenga e incoraggi la credenza del ricercatore o l’idea che possa trovare qualcosa che sembra aver perso, rinforza e perpetua soltanto un’illusione dualistica. Non è giusto o sbagliato….è quello che apparentemente accade.
La percezione impersonale è che tutti i concetti, le idee, le credenze e i pensieri sulla separazione o sull’illuminazione possono essere solo e sempre un riflesso del loro opposto, e quindi sono solo degli indicatori verso o lontano da quello che non può venire espresso o conosciuto. La separazione apparente viene vista essenzialmente come un’energia incarnata contratta che può, in modo semplice e improvviso, venire rilasciata in quell’”essere la vitalità” (aliveness) che è inconoscibile e impersonale. Le circostanze sono totalmente irrilevanti, nessun ammontare di concetti confusi o chiari potrà mai toccare o influenzare quel senso energetico contratto di sentirsi separato.
Una profonda “esperienza spirituale” può in alcune persone sembrare un evento di illuminazione personale. Può manifestarsi un desiderio di aiutare o insegnare ad altri ad avere un’esperienza simile. Quella comunicazione può qualche volta sembrare “non-duale” quando l’insegnante descrive la natura dell’unità, ma si contraddice raccomandando un processo che può aiutare il ricercatore ad ottenere quell’unità attraverso l’auto indagine, la meditazione, la purificazione etc…
Ci può essere l’incoraggiamento a vivere nel momento o a essere qui e ora  ad abbracciare la paura perché la persona possa trovare “la sua vera natura”. Questo genere di prescrizione personale è spesso accompagnato dalla ripetizione ideali ispiranti, ma soltanto positive, che possono elevare I sentimenti del ricercatore e dargli una speranza e uno scopo rinnovati. Sembra che questo genere di scambio tra due persone stia, per sua vera natura, accadendo dentro ad una storia nel tempo, e quindi le sua influenza è transitoria. Soddisfa un bisogno…per un po’.
Una comunicazione impersonale riconosce e illumina l’apparente dilemma del ricercatore di sembrare imprigionato in una esperienza incarnate di separazione. Descriverà adeguatamente la natura dell’essere la vitalità illimitata e il senso di insoddisfazione e  l’anelito che può nascere dal sembrare di esserne separati. Metterà anche a nudo, senza alcun compromesso, l’assoluta inevitabilità e l’assenza di speranza del cercare e il dono della libertà che è nascosto dentro a quella mancanza di speranza.
Ness-uno può appropriarsi di questo messaggio impersonale e quindi non ci sarebbe alcuna motivazione a cantarne le lodi. Né ci sarebbe alcuna agenda personale per far piacere, aiutare o cambiare la “persona”. Qui per la “persona” non c’è nulla eccetto la terribile possibilità che tutto quello che sogna che sia se stesso potrebbe venire perso.
Ogni volta che l’identità personale, il suo cercare, le sue speranze e sogni sembrano essere minacciati ci può essere un rifiuto di questo messaggio e un ritorno a quello che sembra servire e sostenere l’illusione, unicamente umana, di autonomia che porta alla realizzazione di sé. Il messaggio impersonale può allora venire visto come pieno di giudizio o nichilistico e può persino venir sentito come “non amorevole” perché non lascia nulla alla “persona”.
Come può la “persona sentire l’impersonale? Come può esserci un conoscere dell’inconoscibile? Come è possibile che una “persona” si “confronti con la propria assenza”? Come può il ricercatore afferrare quello che è già ogni cosa? Non è difficile...è impossibile...e meravigliosamente irrilevante perché non c’è nulla di separato da afferrare. L’interezza è già tutto quello che c’è! E’ la libertà illimitata, impersonale, incondizionata che è completa non c’è bisogno di nulla per quello che è ogni cosa! Tuttavia, e questo è il paradosso, l’interezza, essendo ogni cosa, può anche apparire come un qualunque cosa.
L’interezza può apparire come la storia del sé lungo un viaggio significativo. L’interezza può apparire come una persona separata con volontà libera e libertà di scelta. L’interezza può apparire come una persona che sembra illuminate e aiuta altra gente a diventare illuminata. L’interezza può apparire come una comunicazione che divide e si chiama non-duale.
Così, nel gioco delle apparenze, l’interezza può fare finta di essere un qualcosa separato che si dà da fare dappertutto cercando qualcosa che è già. È una sorprendente storia insoddisfacente come un sogno unicamente umano ed è anche, sublimemente, senza alcuno scopo. Per l’apparente ricercatore però il dolore e l’anelito della separazione sembrano assolutamente reali.
Così, il ricercatore deve scalare la montagna spirituale o semplicemente lasciar andare tutto e arrendersi alla vita?.è questa la domanda? O è possibile che non ci sia alcuna domanda e nessuna risposta? Forse quello che viene cercato è tutto quello che è. Forse l’amato a cui si anela sta già accadendo continuamente…non è mai scomparso….lo è il ricercatore, per cercarlo.
Forse, quando il sogno della ricerca si dissolve in quella energia illimitata, che non vede alcuna separazione e non ha nessun agenda o aspettativa, allora improvvisamente quell’anelito viene abbracciato in quell’amore incondizionato che non è di nessuno.

Dal sito di Tony Parsons,  Marzo 2010

Commento: Illusione dell’io e della separazione non significa che l’io e  la separazione  non esistano ma solo che non sono quello che sembra. Se l’ego come giustamente dice Parsons, è una profonda contrazione, essa si sviluppa nei primi anni di educazione del bambino e rappresenta il passaggio dallo stato di onnipotenza al principio di realtà necessario, finora, per vivere ma anche delle drammatiche condizioni della vita umana. Ogni contrazione essendo una esperienza codificata energeticamente, incarnata, può essere rilasciata. Il Riconoscimento sperimentato nella Classe è una contro-esperienza di rilassamento profondo che può accelerare il Risveglio.