Loading

REINCARNARSI CON AMORE - Ed Muzika


Abbiamo visto che l’essere umano è in realtà una collezione di molte funzioni psicologiche e comportamentali e di strutture psichiche “interne”  e invisibili, quello che Freud chiama Io, ego. Più avanti gli psicoanalisti hanno sviluppato ulteriormente i modelli dell’ego e investigato i vari meccanismi con cui quest’ego interagisce col mondo. Più in là gli psicoanalisti avrebbero chiamato l’ego il sé e parlato di come il sé si relaziona al mondo e agli altri.
Non c’è bisogno di preoccuparsi  del pensiero ‘Io’ o dell’oggetto-Io per “permettere” che il mondo funzoni. La maggior parte del funzionamento nel mondo avviene a un livello inconscio o preconscio. Per esempio guidare una macchina, una bicicletta, interagire con gli altri in privato o in un gruppo, lavare i piatti e compiere molte funzioni della vita quotidiana non si richiede mai l’esistenza di un “io”.

Tuttavia quando una persona scopre “veramente” che dentro non c’è nessun io separato avviene un enorme cambiamento psicologico. Almeno è stato così per me. Per molti altri è solo una scoperta intellettuale e le parole sentite da altri di che cosa significhi  questa scoperta del non-sé o non-io.
Per me non è stato tanto la scomparsa di un separato senso del sé, o la perdita del senso di essere colui che agisce. Queste sono cose piuttosto minori confronto a quello che mi è accaduto.
Quando ho scoperto che non c’è nessun “oggetto” interno a cui si riferisca la parola io ho realizzato che avevo  vissuto la mia vita in una fantasia dove ero in qualche modo come un’anima dentro al corpo separato dal mondo.
Quando ho visto che il pensiero-io non indicava nulla, indicava solo  un insieme vuoto ho anche visto che tutti gli altri pensieri basati su questa dicotomia immaginaria di interiore ed esteriore, sé e non-sé, in realtà non indicavano nulla. Ho visto direttamente che il linguaggio e l’apprendimento si sovrappongono a una rete di pensieri su cui  le nostre percezioni e questi pensieri mediano tra le attività della mia immagine oggetto-io e gli immaginari oggetti del mondo esterno. Ho visto che tutti i pensieri sono meramente la mappa con cui pensiamo la realtà e non sono la realtà stessa, che vediamo a malapena. Quasi sempre o sempre vediamo il mondo attraverso una rete di pensieri. Questa rete presuppone una distinzione tra me e il mondo. Ero un fantasma nella macchina del corpo che opera nel mondo.
Di fatto quello che ho scoperto è che c’è solo un coscienza impersonale che opera nel mondo, e che Io, il vero Io dell’Assoluto è lì solo per farsi un giro.

 Quando ho visto che non c’è nessun oggetto interiore correlato alla parola io ho visto anche che non ci sono nemmeno degli oggetti esterni correlati ai sostantivi e agli aggettivi che usiamo tutti i giorni. La parola sedia, per esempio, è una parola generica e le imponiamo questa funzione e riconoscimento di centinaia di oggetti ogni giorno senza neanche vedere mai la sedia per quello che è. La vediamo in termini funzionali o estetici, difficilmente guardiamo mai una sedia per quello che è. La nostra intenzionalità, predisposizioni ed educazione impongono una storia che copre ogni cosa del mondo.
Tutto questo per me è scomparso. Non c’è più un esteriore verso un interiore. Non c’è più una direzione interna verso un direzione esterna. Non c’è più un dentro la pelle e fuori dalle pelle. C’è solo un’esperienza ed è solo la mente che crea distinzioni e separazione.
Così è collassato l’intero sistema intellettuale. La rete di pensieri è scomparsa. Posso vedere senza pensare. Posso vedere i pensieri che fluttuano nello spazio come delle nubi minuscole che ruotano attorno alla mia mente. Questo ha influenzato altri aspetti della mia vita perché ho cominciato a vedere che posso mettere in discussione tutti i concetti. Tutti i concetti incluso la fisica, la matematica, l’economia, la politica, la moralità, la vita quotidiana convenzionale, il luogo di lavoro, la fede, la fiducia, il significato della vita, tutti sono stati messi in discussione fino  a scomparire e ho iniziato a operare in libertà.

Sì, l’”io” esiste ancora. Sono capace di parlare alla gente, andare da  Starbucks, scrivere rapporti psicologici, prendermi cura dei miei gatti, interagire con le persone significative della mia vita quotidianamente e leggere di filosofia con una comprensione nuova e più profonda. Questa entità chiamata Edward, questo complesso mente-corpo continua a funzionare nel mondo senza quasi nessun problema. E’ come se tutto il funzionare sia automatico, ma c’era da aspettarselo, perché nella nostra vita quotidiana la maggior parte del funzionamento è comunque automatica. Solo che la mente non è più coinvolta in termini di sogni ad occhi aperti o pensare al mondo e a quello che sta accadendo. Il pensiero non interferisce e viene anche visto che il mondo è illusorio, nel senso che il mondo in cui ho vissuto era un artefatto dalla rete di pensieri e una volta che è scomparsa la credenza in quella rete è scomparsa anche la mia credenza nella separazione permanente del mondo. C’è puro funzionare senza autoreferenzialità al sé.

Non intendo dire che la mente sia scomparsa, piuttosto la sua importanza è diminuita. Non è più l’elemento predominante della mia vita, e sembra che la vita fluisca dal vuoto con la mente che gioca un ruolo di servitore.
Ora la domanda è: “quando la mente ‘svanisce’ che cosa divento?”
Sono diventato me, un corpo-mente pienamente funzionante in un mondo nuovo con molto meno pensare e pensieri. Il mondo illusorio della rete di pensieri è scomparso e ho cominciato a funzionare automaticamente dal vuoto.
Ma c’è ancora un senso di io, o di essere il soggetto, ma non è più confinato in alcuna locazione nello spazio tempo.

Poi, un giorno, ho avuto un secondo risveglio. Ho visto che la coscienza stessa è illusoria e non me. Con questo intendo che ho sentito di essere fuori dalla coscienza e che gli stati di coscienza mi venivano senza toccarmi o influenzarmi. La coscienza di veglia viene e va. Lo stato di sogno viene e va. Lo stato di sonno viene e va, ma io rimango intoccato. Mi sono mosso a un livello più profondo dentro di “me” che è “più profondo” della coscienza. Potrei dire che mi sono sperimentato veramente come “altro” dalla coscienza.
Sono quello che è al di là della coscienza. La coscienza stessa è un’illusione. Lo stesso stato di unità è illusorio. Tutti i pensieri sono illusori.
Per illusori intendo che l’esperienza è che l’ “Io” ha un senso di permanenza. La coscienza va e viene nel tempo ma io ne sono separato e non influenzato dal passaggio degli stati o dagli oggetti dentro alla coscienza o dalla totalità della coscienza manifesta. L’esperienza è che Io sono permanente, tutto il resto è fluido, temporaneo, insostanziale e quindi non reale. Io sono quello stato che sostiene tutte le illusioni.
Vale a dire ho acquisito la conoscenza che esisto al di là dell’universo della manifestazione. Non sono mai nato in questo universo come entità umana. Non sono realmente un essere umano. Sono del tutto qualcos’altro, quello che Nisargadatta chiama il testimone, o l’assoluto, o il para-Brahman.

Sono il non-nato come lo siamo tutti. Tuttavia “Io” è costantemente associato a questa entità corpo-mente chiamata Edward perfettamente capace di funzionare da sola senza pensare, senza autoreferenza, o un senso del sé separato nel mondo.
Dunque che cos’è il funzionare nel mondo se io ne sono al di là?
Questo è quello che ho scoperto:
La coscienza funziona da sola come un apparente corpo-mente. Ogni cosa che è esistita nel mondo manifesto è coscienza, dal corpo al corpo in funzione agli oggetti del mondo. Tutto è coscienza che opera in modo impersonale nel senso che non coinvolge l’io sento di essere, che è separato dalla creazione, dal mondo manifesto.
L’”Io”, il testimone, l’assoluto, è solo quello che conosce, il soggetto, il testimone, e posso scegliere di identificarmi con Edward Muzika come essere umano in relazione col mondo, o come il testimone, completamente separato dal mondo o posso identificarmi col vuoto che contiene tutti i fenomeni e da cui sgorgano i fenomeni, o posso identificarmi con le mie attività del momento come essere umano.

Un anno fa poi è successo qualcosa. Mi è arrivato l’amore.
Una donna è entrata nella mia vita e tutto è cambiato. Una nuova vita respirava dentro di me. Una nuova energia permeava il mio corpo ed il mio essere. E questo era strettamente personale. Cioè questo amore è accaduto a “me” al livello più profondo di identificazione. Sono diventato vivo come amore. L’altro anche era vivo come reale, non come un oggetto immaginario dentro le mie  percezioni, il mio mondo conscio. Il mondo e io siamo diventati personali.
Come diceva Muktananda: “Sono diventato vivo”. Cioè io, come assoluto, sono nato nel mondo del personale.
Non ero più un funzionamento impersonale di coscienza, sono diventato l’amore stesso e ogni cosa, ogni cosa è diventata di nuovo personale. Ho fatto un lungo viaggio dall’Edward personale che ha iniziato il  suo viaggio spirituale nel 1960, culminato nel risveglio del 1995, poi 15 anni dentro a questa coscienza impersonale, funzionando in modo impersonale. Poi mi sono risvegliato di nuovo. Sono ritornato al mondo dell’umanità, anche mentre sono costantemente consapevole del grande vuoto che contiene tutte le manifestazioni e l’andare e venire dei vari stati di coscienza e degli oggetti dentro la coscienza.
Ma ora sono un amante e il mondo ha iniziato ad assumere una realtà nuova, una realtà di energia spirituale e di GRAZIA, con un amore per gli altri e un desiderio di mostrare loro come liberarsi dalla loro rete di pensieri che li imprigiona.
Ho visto che ci sono in noi altri concetti, condizioni, predisposizioni che sono molto più potenti come prigioni che non il pensiero Io. Ci sono così tanti concetti e condizionamenti causati dalla società, dal sistema educativo, dal lavoro e dai nostri rapporti che creano in ognuno di noi una prigione privata che ci deruba dell’amore e della vita.
Questi concetti sono più profondi dell’inconscio perché siamo nati e cresciuti in queste strutture concettuali di famiglia e società invece  che impararli da insegnanti e libri sul karma, la rinascita, il non sé, o il Sé, la coscienza e l’assoluto, e tutte le diverse tecniche che sono strade riconosciute per raggiungere la pace e la felicità.
Queste sono prigioni “locali” che intrappolano gli individui in matrimoni o relazioni senza vita, lavori noiosi, depressione, sentimento di desolazione e disperazione e ripetizione senza fine di attività relativamente prive  di significato. Non c’è nessuna vita nella vita di molte persone specialmente quelli che cercano la spiritualità. Sanno che qualcosa è sbagliato nel mondo e nelle loro vite, come anche nelle vite degli altri, ma non sanno che cosa manca. Iniziano a cercare non sapendo che cosa.

Questa è LA maggior confusione nel mondo spirituale. Che cosa vogliamo quando cerchiamo? Alcuni cercano conoscenza, altri amore, altri cercano di scomparire, di trascendere ogni cosa in una pace suprema  come si immaginano vivesse Ramana Maharshi. Altri cercano una sicurezza definitiva, un conoscere la Verità.
Io penso di avere trovato l’intero pacchetto:
Prima uno scopre che l’entità che pensava di essere non è reale e che è solo un funzionamento impersonale della coscienza, un semplice testimone della manifestazione della coscienza, qualcosa di completamente esterno a questo universo manifesto. Dimorando lì si trova la pace e una relativa felicità. Ma dopo un po’ di tempo sorgono sensazioni di noia e mancanza di vitalità.
Anche, malgrado la pace, la felicità e talvolta persino la beatitudine, c’è un certo odio per il mondo che continua a tirarci fuori dalla pace. La nostra pace viene sempre disturbata.
Inoltre in questo mondo dell’assoluto non c’è amore, c’è solo il testimoniare le attività della coscienza, sia di noi che l’apparente mondo esterno, e l’amore è assente. Senza amore la vita è arida e noiosa.
Poi è arrivato il nuovo movimento di amore per la mia amata, dove l’amore è l’elemento predominante che opera nella coscienza, essa stessa dentro al Vuoto, che rende tutto di nuovo personale. Come disse il maestro Zen Seung Sahn abbiamo percorso un intero cerchio da 0°, come esseri umani ordinari, a 180° nel vuoto completo e poi siamo di nuovo ritornati a 360° di coscienza umana ordinaria, ma questa volta trasformata e piena di vita.
Questo viaggio è così sorprendente, le esperienze sono così sorprendenti e drammatiche. Alcuni sentono come se un fiume d’amore scorra attraverso questo senso di presenza. Altri sentono costantemente energie di beatitudine che fluiscono verso l’alto dal cuore, la pancia o gli organi sessuali, attraverso il cuore e nel mondo e nell’altro.
Uno può sentire per lunghi periodi un beatitudine che diventa estasi. Ogni genere di stato ed esperienza viene e va mentre la nostra consapevolezza si espande in dimensioni nuove.

Ma l’esperienza più sorprendente che proviamo è la discesa di grazia e umiltà. Sentiamo come se fossimo toccati dallo stesso respiro sacro di Dio, spesso in presenza dell’altro, quello che sta di fronte a noi come nostro amato: amante, amico, compagno, guru, chela (discepolo).
La grazia permea ogni cosa. Ci ritroviamo inginocchiati in completo timore reverenziale per la grazia e l’accettazione che sentiamo. Siamo resi umili in un nuovo genere di abbraccio estatico dell’infinito. Allora siamo completi, in questo abbraccio divino che è nato da e per l’amore per un altro umano, amante, guru, chela, bambino.

Il mondo intero viene vissuto attraverso il cuore e la mente gioca solo un ruolo secondario ma integrato, un ruolo che sostiene quello che il cuore sente. Sono vuoto, privo di preoccupazione per me, preoccupato solo dell’altro.
Ora che io e il mondo siamo di nuovo diventati personali sorge un intenso desiderio di giustizia e un preoccuparsi per tutti. Sento la spinta a funzionare come sostegno per tutti gli esseri senzienti, per tutta la vita dal verme alla farfalla, agli animali e a tutti gli umani, specialmente la mia amata.

Ed Muzika è stato discepolo di Robert Adams, un illuminato americano che ha completato la sua realizzazione con Ramana Maharshi.
Questo brano è tratto da un blog di Muzika.