Ricorda: non è il me che si è risvegliato ma è il risveglio (awakeness) che si è risvegliato dal me, o come talvolta mi piace dire, è l’illuminazione che è illuminata, non il me….
Il
fenomeno per cui “ho avuto il risveglio e poi l’ho perso” è molto
comune: è la lotta tra la nostra vera natura e la nostra natura
immaginaria cha va avanti e indietro dall’una all’altra; questo
significa che la nostra coscienza non è ancora uscita completamente
dall’attrazione gravitazionale dello stato di sogno, l’ego, e così
spesso vacilla tra le due.
Può
essere molto sconcertante, in un certo senso è anche un po’
schizofrenico, perché una volta che abbiamo visto la realtà profonda
delle cose e poi ci ritroviamo indietro nello stato del sogno è molto
strano, perché una parte di noi conosce la realtà più profonda, sa che
la struttura egoica non è vera, sa che quello che la nostra mente crede,
qualunque interpretazione dia, non è vero.
Parte di noi sa che è letteralmente nient’altro che un sogno del corpo mente, ma, simultaneamente, la forza gravitazionale dello stato di sogno può essere ancora molto forte, così anche se lo sappiamo, possiamo ancora stare credendo nell’ego.
E’ molto strano sapere che un pensiero dentro di noi non è vero e simultaneamente credere che sia vero.
Prima del risveglio credevamo o non credevamo in un pensiero. Ma per
molti, dopo il risveglio, o uno sprazzo di risveglio (un risveglio non
stabile), può essere molto sconcertante credere e non credere
simultaneamente o agire partendo da qualcosa che sappiamo non venire
dalla visione priva di divisioni che abbiamo visto, ma comunque agiamo
in quel modo, e siamo quasi costretti, da forze interiori che non comprendiamo, a comportarci in un modo che sappiamo non vero. Per chi ha avuto questa esperienza che èmolto, molto comune è molto
sconcertante, può sembrare di aver fatto un salto indietro, di aver
fatto qualcosa di sbagliato: come possiamo fare cose che non provengono
dalla verità ma dall’ego?
Allora
è importante ricordare che non è successo nulla di sbagliato, non è
stato fatto nessun errore, è solo la fase successiva del proprio
risveglio, lo sviluppo successivo. E’ molto raro che il risveglio
iniziale si concluda subito in un dimorare stabilmente nel risveglio, in
un dimorare nella sua percezione continua, nell’apertura continua.
Alcuni insegnanti direbbero che se il risveglio vacilla allora non c’è
stato davvero un risveglio, ma per me non è così: se abbiamo visto la verità abbiamo visto la verità, che sia stato per due secondi o due secoli, abbiamo visto la verità.
In
questa fase dobbiamo comportarci in modo saggio: che cosa fare quando
il risveglio vacilla, viene e va da sé come un interruttore della luce,
senza che noi si abbia alcun controllo?
Se
non hai capito che non sta accadendo nulla di sbagliato scappi via
cercando di tornare a quel momento di risveglio, ma eludi questa parte
del viaggio. Invece renditi conto che non c’è nessun problema, che fa
parte del viaggio, anche se c’è ancora qualche confusione e questa
oscillazione possa essere dolorosa - di fatto è molto più doloroso agire in un modo che sappiamo non vero quando conosciamo la verità….
Ricordo
una volta che ero andato a un ritiro zen, e la badessa, una donna
meravigliosa, parlava del processo del risveglio che è come salire una
scala: ogni gradino che fai hai sempre meno la tendenza a guardare giù,
cioè hai sempre meno la tendenza ad agire in modi che sai non veri, o
parlare in modi che non sono veri, perché se lo fai cominci a realizzare
che le conseguenze diventano sempre più grandi, più risvegliati diventiamo maggiori le conseguenze di un azione non secondo la verità.
Pensavamo
che la libertà fosse solo una carta per uscire di prigione;
inizialmente abbiamo una relazione con la libertà che è piuttosto
infantile, per cui la libertà è solo una cosa personale, che riguarda
solo il me che si sente comunque straordinariamente bene e libero. Ma ci
sono molte più sfumature, è molto più complesso ma anche semplice. La libertà non è una cosa personale, non è un’acquisizione e come diventiamo più consci, più risvegliati, ci sono conseguenze sempre più forti quando agiamo non partendo dalla verità.
Ci
sono quindi delle buone ragioni perché il risveglio vacilli, in
dipendenza dai conflitti non risolti in noi stessi, nelle parti ancora
condizionate che il risveglio non ha penetrato e quindi non hanno potuto
diventare totalmente libere.
Il risveglio non va scambiato col migliorare se stessi, non riguarda il diventare un essere perfetto o un santo. Santo è l’essere intero, il percepire dalla totalità intera (non divisa), il fatto che noi essere umani non siamo divisi dentro. E’ quello che ci divide dentro che causa letteralmente l’esperienza fisica della separazione,
ed è questo che deve venire guarito perché contribuisce a farci
rimanere dentro l’attrazione gravitazionale dello stato di sogno.
(Continua..)
Commento:
le abitudini,le routine sono percorsi automatici che fanno risparmiare
energia e tempo al cervello. Tutto qui. Cosa ha a che fare questo con la
Verità che sei? L’identificazione in te stesso -e la proiezione sugli
altri che li tiene separati e diversi -si scioglie alla luce della
Verità e nello specifico con Anand in azione. Che questo processo
impieghi tutta la tua vita, che importanza ha per chi sei veramente?