Molti
anni fa quando stavo con il mio insegnante e stavo facendo un ritiro,
stavo dormendo... Mi svegliai e la stanza era nell’oscurità, così andai a
tentoni a cercare l’interruttore della luce. “Dov’è l’interruttore,
dov’è l’interruttore?” E poi accadde una cosa strana: mentre stavo
muovendomi urtando nelle cose cercando l’interruttore, guardai fuori
dalla finestra e notai che il sole aveva giusto cominciato a venire su, e
quindi non avevo davvero bisogno dell’interruttore della luce.
E
vidi una mattina misteriosa con un po’ di foschia e il sole che stava a
malapena alzandosi all’orizzonte, e pensai che comunque avrei acceso la
luce.
Così
accesi la luce e non appena la luce si accese mi resi conto che stavo
ancora sognando. In realtà non mi ero alzato, non avevo guardato fuori
dalla finestra, non avevo fatto nulla, ero semplicemente ancora sdraiato
a letto, sognando.
Naturalmente
quando ti rendi conto che stai sognando la prima assunzione che fai e
che non stai più sognando. Così pensai “visto che mi sono svegliato da
questo strano sogno tanto vale che mi alzi e accenda la luce”.
Mi
alzo, stesso scenario: è molto buio, poi noto che non è così buio come
pensavo però tanto vale che accenda la luce. La luce si accende e mi
rendo conto… che sto ancora dormendo!. Ma poiché mi ero reso conto di
essere addormentato avevo concluso che dovevo essere sveglio. E accadde
di nuovo la stessa scena 8 o 9 volte.
Dopo
la settima volta comincio a essere un po’ preoccupato perché cominciai a
pensare che avrei potuto rimanere intrappolato in quel sogno per
sempre.
Così
cominciai a fare cose che anche voi fareste quando vi risvegliate da un
incubo e non siete ancora sicuri se siete veramente svegli. Cominciai a
pizzicarmi la faccia, qualcosa di reale, a sentire il letto, a battere
il muro. E allora mi dissi “O.K., O.K. adesso sono sveglio”. Allora mi
alzo accendo la luce e merda! non sono sveglio.
Così
ho continuato a pizzicare la mia faccia, martellare il muro, a toccare
il letto, ogni sorta di cose che potesse provarmi che ero sveglio. Poi
accendo di nuovo la luce e mi rendo conto… che sto ancora sognando.
Alla
fine, ripetendo le stesse cose per essere sicuro di essere sveglio, mi
resi conto all’improvviso che non stavo più sognando. Mi dissi “non sto
più sognando, penso di essere sveglio”. Ma naturalmente non mi fidavo
perché era già successo tante volte, l’unica cosa diversa è che quando
ho acceso la luce non ho avuto, come prima, la realizzazione di stare
sognando. Poi mi resi conto che solo perché la luce si era accesa non
significava necessariamente che fossi sveglio!.
Così
cercai delle prove che fossi sveglio e mi resi conto che non c’erano
prove possibili, non c’era nulla che potesse veramente provare che fossi
sveglio. Potevo continuare a colpire il muro, avrei potuto anche
buttar giù la casa, ma ancora non sarebbe stata una prova che non ero
addormentato. Fu uno stato molto strano in cui svegliarsi o non
svegliarsi. Per quello che so potrei ancora essere lì in quel ritiro e
vent’anni non sono ancora passati e ancora non mi sono risvegliato dal
sogno.
Così
mi alzai alle 4:30 del mattino, che era l’orario del ritiro, e mi
avviai verso la sala di meditazione a mezza collina, con l’aria un po’
nebbiosa e fresca e non riuscivo a trovare un modo di scoprire se ero
veramente sveglio. E cominciai a pensare “che cos’è che prova ciò che è reale?”
perché prima per ben 8 volte ero assolutamente sicuro di essere sveglio
e tutti gli indicatori che avevo usato si erano rivelati fallaci.
E
mentre continuavo a camminare verso la sala di meditazione pensavo “non
solo potrei ancora star sognando ma sono assolutamente sicuro che è
così, forse sto camminando nel sonno, ma di sicuro sto sognando. Non
posso spiegarlo ma avevo questa sensazione molto chiara. Poi mentre mi
sedevo pensai “adesso sto sognando di stare meditando, e che tutte
queste persone sono qua con me”.
Quando
andai a vedere l’insegnante gli raccontai questa storia accaduta al
mattino e lui mi disse una cosa molto strana. Prima assentì e assentì e
assentì, ascoltando silenzioso, poi dopo che avevo finito mi fece il
segno che il colloquio era finito. Così feci il mio inchino di
prammatica, mi alzai, andai verso la porta e mentre la stavo aprendo lui
mi chiamò per nome. Mi girai e lui disse: “Hai paura?” e io risposi “in
realtà per niente”. Poi disse :”Hai paura della morte?” e io risposi
“Non più” e non me ne ero nemmeno reso conto fino a che lui non me lo
fece notare.
In qualche modo sapeva che tutta la paura era scomparsa dal mio sistema, paura della morte, paura della vita, qualunque paura.
Come
questo sia accaduto attraverso quella successione di sogni ancor oggi
non posso spiegarlo e come lui conoscesse la domanda giusta nemmeno. Ma
so che non c’è nessuna spiegazione per una buona domanda perché la
domanda buona si chiede da sola, non importa da chi viene. Avevo pensato
che quello che era reale fosse il muro che potevo battere, il cuscino
che potevo toccare, l’interruttore della luce che potevo accendere e il
sentiero verso la sala di meditazione su cui potevo camminare etc.
Questo,
avevo pensato prima, forma la base della realtà: se posso bussarci su e
sentirlo e vederlo questo è reale. E all’improvviso sono stato
rivoltato da dentro a fuori e da sotto a sopra e senza nemmeno saperlo
c’era stata una rivalutazione di quello che è realmente reale. Mi resi
conto che a sembrare reali sia nel sogno sia nel cosiddetto stato di veglia sono le stesse cose e l’esterno non ha nessuna capacità di provarmi che cosa sia reale, che io stia sognando o sia nel cosiddetto stato di veglia.
Realizzai che quello che avevo usato prima come conferma non era per niente una conferma valida. Quello che è definitivamente reale è quello che è comune, che tu stia dormendo o che tu sia nello stato di veglia, quello ordinario. C’è qualcosa di comune ad entrambi che non cerca nessuna conferma
né da muri né da interruttori o da corpi o cuscini o dalla mente o da
quello che accade. In realtà ci inganniamo cercando la realtà dove non
è.
Potrei dire di più ma talvolta dire di più è già dire troppo....
Dalla registrazione del Ritiro di Mount Madonna del 2009- disco 11