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SHANTIMAYI - La sua Illuminazione

Ho passato la mia vita molto intensamente col mio Maestro e molto focalizzata sul mio guru. Stavo nel suo ashram sei mesi all’anno, come in clausura. Non mi lasciava neanche uscire dal cancello. Diceva “rimani qui” e io lo facevo. Vivevo per lo più in solitudine. Ogni sei mesi andavo nel mondo, ritornando negli USA a guadagnare i soldi per poter tornare in India.
Un amica mi diede la sua stanza di sgombro per viverci, anno dopo anno. Era piena delle sue cose e un materasso per me. Ho lavorato molto duramente e vissuto molto semplicemente per molti anni. Questa è stata una grande benedizione.
Stavo col mio Maestro ed è stato per grazia sua che i miei occhi si sono ripuliti e il mio cuore aperto. E’ stato per grazia sua che sono maturata. Lo giuro. Il Guru era dappertutto per me. L’albero era il mio guru, il mio capo era il mio guru, ogni cosa era un mio insegnante.
Arrivarono molte rivelazioni assieme a una grande saggezza e compassione. Delle radicate illusioni vennero rimosse dalle mie spalle. Incrostazioni di ignoranza vennero sgretolate via dal mio cuore.
L’illuminazione è la tua vera natura. Ottieni quello che è sempre presente in te. Guadagni la Verità che sei sempre. Non puoi veramente diventarlo: realizzi la realtà sempre presente. Capisci?
C’è stato un momento in cui il dubbio non poté più entrare. Non come prima, questa volta nulla poteva entrare. Non c’erano più parole per dubbio o validità. Potevo vedere quello che il mio Guru mi aveva sempre trasmesso in silenzio. In quel momento l’illuminazione ha rimosso quello che poteva essere non illuminato. Non c’erano più domande né risposte. Non c’era più bisogno, più nessuno, né nulla.
Il miraggio di me stessa e di quello che pensavo che il mondo fosse svanì senza lasciare traccia. Ego e assenza di ego non potevano sorgere come preoccupazioni. Ogni cosa che sembrava essere, scomparve. Ora tutto sarebbe stato come era. Come era sempre stato, niente di più, niente di meno.
In quel periodo lavoravo in una fabbrica di scatolame, una fabbrica dove i raccolti estivi vengono inscatolati. Lì, da sola, in un’area isolata nel retro della fabbrica, una sensazione così leggera, così delicata, mi consumò. E’ stato come un ago che rompe una bolla di sapone. L’intero universo, così come lo conoscevo, scomparve con uno scoppio molto leggero di quella bolla delicata. Rimasi completamente immobile per un’ora. Potevo solo guardare nel vuoto. Non c’era nessun io o non-io. Vuoto nel vuoto. Impossibile da descrivere. Nulla era cambiato ma che sollievo!. Nessuno avrebbe potuto immaginare che la signora che vestiva l’impermeabile giallo, un cappello duro e gli stivali fosse stata appena incoronata da un lignaggio di Maestri perfetti.
Non sarebbe importato a nessuno. Allora alle 2:45 presi il mio cartellino e timbrai l’uscita dalla fabbrica, nessuno sapeva, nessuno ne aveva la minima idea. Andai a casa per tornare all’indomani. L’identità si era risvegliata a una perfezione immutabile, indisturbata dalla percezione. Da quel giorno il cambiamento non ha più presa, la giornata non passa più come in un sogno.
Per quanto riguarda la padronanza di questo il mio Guru mi ha affidato il suo lavoro. Tanto tempo fa gli ho promesso la mia vita e questo ne fa parte. E’ per grazia sua se ho realizzato la mia natura. E’ per grazia sua se la mia vita è arrivata a questo, che posso offrire ad altri la grazia di risvegliarsi.
Il Maestro impartisce la grazia trasmettendo la Verità in silenzio e ispirando un profondo impegno a realizzare la Verità. E’ per grazia del dirupo che un fiume diventa una cascata. E’ per grazia della cascata che il bacino si riempie. Il Maestro è la cascata, il discepolo il bacino, la grazia scorre da un potere più alto che apre la via oltre la coscienza.
Il mio guru era intento in me mentre mi prendevo tanto tempo per adattarmi senza dire una parola a nessuno di quello che era successo. Quando tornai da lui glielo dissi e gli chiesi “che ne pensi?” rispose “ aspetta”. O.K. dissi. Così l’anno successivo tornai di nuovo e gli feci la stessa domanda e lui “aspetta” O.K. risposi. E poi quando lui seppe e io sapevo che lui sapeva non ne parlammo nemmeno. Non mi ha mai detto “vai e dillo al mondo”. Disse soltanto: “ Tu rimani qui seduta e quando la rosa comincia ad emanare il suo profumo la gente verrà a goderselo, fino ad allora rimani immobile”. Accadde proprio così, la gente cominciò a venire all’ashram circa quattro anni dopo. Da allora è cominciato l’insegnamento.
Dopo per un po’ ero molto insicura. La vista o la comprensione non cambiarono ma nel Maya ero molto instabile…. (Ciononostante) c’è qualcosa di completamente centrato e completamente monolitico al centro di ogni incertezza e ondeggiamento. E’ (una presenza) completamente immobile, immutabile, dura e innegabile. Recentemente qualcuno mi ha chiesto se ci sono stati cambiamenti nella coscienza. Ho risposto “No. Non ne avuti. In essa non c’è alcun movimento”. Non c’è nulla da spostare; non c’è nulla di più profondo o di più elevato, nulla del genere. E tuttavia è una vuota radiosità senza fine; una maturità che fiorisce e fiorisce e fiorisce.

Commento: viviamo un periodo di risveglio sempre più diffuso e sorprendente: sempre più numerosi sono i casi di chi riconosce profondamente la Verità di ciò che è ma si trova meno sul percorso "tradizionale". Contemporaneamente appare una dimensione più collettiva e complessiva, come una alta marea in cui si sperimenta il  risveglio  a sè. Non solo fiorisce la maturità di ciò che prima chiamavi "tu" ma tutto il mondo intorno sta imparando a fiorire. E anche questo parto è accompagnato da molta sofferenza che rimane l'ultima spinta prima del risveglio stesso.