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I MIEI RISVEGLI - Nancy Dolin

Ho avuto 3 aperture spirituali: una quando ero a scuola, l’altra nel 1988 dopo il parto e quella nel 2001. L’ultima è stata un’apertura importante, ed è stata provocata da un’intuizione profonda mentre stavo guardando l’annuario scolastico di due anni prima. Quell’anno era stato l’anno più deprimente e privo di amici che avessi avuto. Quello che ho visto guardando quell’annuario è stato sconvolgente per la mente. L’ho visto pieno fino all’orlo di autografi dei compagni di classe, roba veramente di cuore.
In quel momento ho visto con chiarezza che non ero il pezzo di merda che pensavo di essere e che ero buona e lo ero sempre stata. Era scioccante eppure così ovvio. Ho pianto così intensamente da sentirmi morire. La mattina seguente quando mi sono svegliata ogni cosa era diversa. Ho visto della luce che usciva letteralmente dalla mia bocca e dal mio corpo. E dopo quello ho riconsiderato il mio rapporto con Dio. E dopo quello sono venute le letture di Eckhart Tolle e dell’Adavita.
Questa luce veniva fuori dalla bocca ma c’era un senso di luce attorno a me. Anche la casa sembrava bagnata nella luce, persino il pavimento sporco era radioso. Energeticamente non era come la Kundalini, che è molto intensa, era gentile.

Nell’ottobre del 2010 parlavo spesso al telefono con Tony Parsons. Guardavo i suoi video e altri su Conscious TV. Ho cominciato a notare un’internalizzazione di quello che veniva detto nel senso cha dal nulla apparivano dei sani pensieri. Per esempio a quel tempo venni accusata di un certo comportamento. In risposta nacque un pensiero “per quanto accurata possa sembrare l’accusa il comportamento non ha nulla a che fare con quello che sono”. Si manifestava il senso che chi ero e come mi comportavo non avessero nulla in comune.
C’era la comprensione che questo comportamento era un programma che girava, ma che chi ero trascendeva quel programma. Il pensiero non era un’affermazione che mi martella va in testa, ma piuttosto un’autentica comprensione. Si manifestavano altri pensieri del genere ed erano molto liberanti. Era come se quando si manifestavano queste intuizioni si attuasse un disfare che sfidava antiche definizioni di chi pensavo di essere.

In quella sera di ottobre, alla fine della nostra telefonata lui con semplicità suggerì che forse la prossima volta che mi svegliavo mi svegliassi davvero. Poi tornai a dormire e verso le 5 i miei occhi si aprirono molto, molto spalancati. Qualcosa era diverso e strano e nello stesso tempo lo stesso. Era molto sottile. E’ accaduto l’alzarsi  e c’era il senso che lì non ci fosse nessuno. Dopo che è accaduto l’alzarsi e il vestirsi c’è stato il camminare fuori dalla porta. La destinazione erano le colline che guardavano sull’oceano. L’individuo era sullo sfondo, spaventato perché tutto stava accadendo senza nessun controllo centrale. Cominciò a preoccuparsi che non avendo controllo avrebbe potuto accadere un camminare giù dalla collina. All’improvviso sembrò che l’individuo riprendesse il controllo e mi fermai dirigendomi verso casa.
Poiché c’era il senso che non ci fosse nessuno qui non era chiaro se fossi morta. Così quando sono arrivata a casa ho chiesto a mio fratello qualcosa per vedere se mi vedeva. Mi ha risposto e allora ho saputo che non ero fisicamente morta, ma che l’ “io” stava apparentemente morendo.
La mattina del risveglio sono andata a giocare. Tutti furono scioccati. Il mio giocare era molto migliore. Poiché lì non c’era nessuno ero diventata il giocare invece di un individuo che cercava di giocare.
Il libro preferito di Tony Parsons che ho letto è “As It Is”. Quando l’ho letto la prima volta mi ha fatto arrabbiare. Mi sono sentita vuota e arrabbiata. Mi ha lasciato con questa sensazione di futilità. Ho continuato a chiedermi “E ora che cosa faccio?” Non volevo guardarlo più. Il senso di futilità continuava a divorarmi.

Col passare del tempo ho avuto qualche esperienza con dei ricercatori molto intensi, sia di persona che online. Ho visto che il loro cercare era senza fine e che più metodi o cammini trovavano più intensa diventava la loro ricerca. Così questi ricercatori mi hanno veramente risparmiato un sacco di sforzo. La mia ricerca ha cominciato a rallentare mentre li guardavo accelerare. E durante tutto questo il libro di Tony ha cominciato ad avere più senso e l’ho ripreso. Questa volta il messaggio di futilità non era più deprimente. Ora era un sollievo nutriente.
Dopo che è stato visto che il senso del sé è illusorio ho cominciato a notare questa strana sensazione alla cima della testa. Una strana specie di pressione pulsante che si muoveva dappertutto. Ero terrorizzata. Non sapevo che cosa fosse. Ho pensato che potesse essere un’attacco. Ho anche notato che c’erano periodi di estremo silenzio nella mia testa. Era molto calmante ma sorprendente che fosse così silenziosa. Era un silenzio interiore molto “rumoroso”. Ho anche notato che quando non c’era il silenzio c’era questo strano suono pulsante nella mia testa. Più avanti ho pensato che fosse l’energia.
Mi sono ricordata che Tony diceva che quando si stabilisce il senso del sé l’energia senza limiti che siamo si contrae dentro gli apparenti confini fisici del corpo. Mi è venuto in mente che se si riusciva vedere attraverso l’illusione dei confini che sembravano  tenere a posto quell’energia contratta si sarebbero disintegrati. L’ho chiesto a Tony che mi ha confermato che era quello che stava accadendo.
Tutto è cambiato continuamente. Molto dello scrivere che accadeva allora era su mappe della realtà che svanivano. Se la nostra comprensione del mondo è basata sulla realtà del senso del sé tutta quella comprensione non può venire tenuta quando il senso del sé viene visto come illusorio. Così quello che è accaduto in quel periodo è che le mappe scomparivano e l’individuo cercava di disegnarne di nuove per dare un senso alle cose. Era un processo bello, disperato e molto creativo. Il problema era che non appena veniva disegnata una nuova mappa scompariva. Ora c’è meno disperazione che mi spinga a disegnarne delle nuove. Fondamentalmente c’è accettazione che questo è come è

La giocosità è aumentata, molta giocosità. Qualche volta irrita la gente, ma viene sentita come una parte essenziale della vitalità. E si manifestano le comuni qualità infantili come curiosità, giocosità umorismo, intelligenza.

Poichè la chiarezza mentale è diventata affilata come un rasoio, il sentire situazioni disfunzionali attorno a me si è fatto più acuto. Per esempio posso vedere perché le connessioni tra le persone non funzionano bene, e talvolta è frustrante. Cose come questa sono sempre state frustranti per me e, forse, lo sono ancor di più ora che le cose sono così chiare. Qualche volta viene espressa  rabbia per questo, ma in modo sia nuovo che diverso. La differenza è che la rabbia viene da un posto più puro di quando veniva con una storia di colpa attaccata.
Nel mio caso molta della disfunzione nei miei rapporti è scomparsa perché posso uscire più facilmente dalla mia parte nevrotica. E’ piuttosto sorprendente che possa vivere con mia madre così come sono. Ma ho imparato a relazionarmi a lei in un modo così diverso dagli altri fratelli. E’ intrusiva, ma per qualche ragione riesco a ottenere la mia privacy. Fare questo vivendo sotto lo stesso tetto è sorprendente, molti direbbero impossibile.
Il cercare continua. Qualche volta è molto irritante quando succede. Qualche volta nasce una risata, altre volte lacrime e frustrazione. Ultimamente è come se fosse nessuno che cerca di essere qualcuno, un’impresa molto futile. Cercare di essere qualcuno attualmente prende la forma di disperazione per le amicizie, uno scopo nella vita, benessere finanziario, rendere fiere di me le persone nella mia vita e venire notata da chi è disinteressato. Anche partecipare a questa intervista è una forma di ricerca. Questa ricerca è stancante ma inevitabile fintantoché c’è un ricercatore.                                   Lo scomparire accade ancora in alcune occasioni e quando accade la disperazione di cercare cessa completamente.
Ma viene visto che la frustrazione semplicemente si manifesta senza che ci sia nessuno che sia frustrato. Talvolta questo viene dimenticato quando ci si identifica con l’individuo.
L’individuo sembra essere in controllo a nessuno. Il vecchio condizionamento ha il sopravvento e si prova come se il senso del sé fosse reale. In realtà non conosco la risposta a nulla di questo. C’è una sensazione che quello che sta accadendo sia solo uno srotolarsi organico del senso del sé. C’è una fiducia che qualunque distruzione necessaria accada o sia già accaduta in ottobre e che il condizionamento che sorge sia solo dei resti che scompariranno. E qualunque condizionamento non morirà rimarrà, quale non si sa. …..
La vita adesso è uno strano rompicapo per l’individuo. C’è il modo condizionato di affrontare la vita come se l’individuo fosse reale e poi il vedere come questo approccio non si applichi più. Qualche volta confonde. Qualche volta è divertente. Qualche volta demoralizzante. Ci sono stati dei momenti, da ottobre, in cui l’individuo scompare di nuovo. C’è come se il senso del corpo fosse andato e quello che rimane è solo la sensazione della pianta dei piedi che tocca il terreno. In quei momenti non c’è assolutamente nessuna disperazione di cercare e tutto è intero, complete e va bene così com’è. Ma quando sembra che l’individuo ritorni c’è un forte contrasto con prima ed è scioccante. Ed è scoraggiante vedere come, nell’equazione dell’individualità, nasca sempre disperazione.
L’individuo può avere momenti di pace e interezza, ma la disperazione ritornerà, la disperazione di essere qualcuno, di essere pieno, non uno spazio vuoto.
Qualche volta questa realizzazione viene trattata con leggerezza, altre volte, quando la disperazione si intensifica, è difficile sopportare il dolore. C’è un anelare che la scomparsa (del sé) sia permanente così che almeno questa disperazione possa cessare. E forse accadrà. E così il cambiamento apparente che accade a nessuno che appare attraverso di me è un nuovo tipo di confusione. Non è più una confusione dovuta a mancanza di chiarezza, ma al contrario dovuta al vedere chiaramente l’illusione e identificarsi ancora con essa. Ci sono ancora credenze dell’individuo su quello che pensa la farebbe felice e, nello stesso tempo, c’è un sapere che queste credenze sono tutte palle perché non c’è nessuno da fare felice. Questo rende le cose confuse. Adesso sembra che molte cose vengano integrate continuamente e nel mezzo di questo nasce della confusione, Questo è come è adesso.

Fonte: Intervista con Non Duality Magazine.  18 settembre 2011