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LIBERAZIONE - Esther Veltheim

 Quando la sottigliezza della Realtà è stata realizzata ho riconosciuto che, malgrado le precedenti comprensioni intellettuali, mi ero aspettata il risveglio, come una stato di coscienza molto alterato.

La sottigliezza della Realtà è in tremendo contrasto con la densità sperimentata quando ci si identifica col 'me' . E' chiaro che nulla è Realmente accaduto a Me, ma questo non significa che il fare esperienze relative cessi. Il mondo oggettivo viene sperimentato come prima, ma Sapendo che nessuna-cosa E' come sembra.

La relatività del mondo oggettivo è meramente un'apparenza nella Realtà. Quando si realizza che la relatività NON è la Realtà, è chiaro che non è realmente accaduto nulla. Relativamente parlando, tuttavia, accade tantissimo. I cambiamenti sono drammatici, positivi e persino traumatici. Poiché il corpo viene sperimentato ancora così lo sono tutti i cambiamenti che gli accadono. La differenza è che nessuno li pensa come personali. E possono essere anche godibili.

Mentre ci si identifica col corpo le emozioni vengono soppresse e causano 'ritenzioni' in esso. Questo viene avvertito come tensioni a cui la maggior parte è così abituata da pensare che la loro esperienza del corpo sia naturale. Nessun ammontare di stretching o rilassamento mi ha mai fatto sentire come se il mio corpo si stesse sciogliendo.

Ora l'esperienza del corpo può venire descritta come trasparente e leggera.

La mente è lo specchio della Coscienza. Mentre il 'me' viene considerato reale si può vedere che lo 'specchio' manca di chiarezza. Quando accade il Conoscere che la relatività NON è la Realtà la mente non può capire che cosa sia accaduto. Tuttavia è il meccanismo in cui l'esperienza del Conoscere viene riflesso o registrato. Per la gente è molto difficile capire che la mente è pacifica di natura. Al più la mente viene considerata come il nemico e un qualcosa da combattere. Ma la battaglia è con il coinvolgimento non con la mente.

Quando la falsa identità se ne va non ci si attacca o si rifiuta nessuna esperienza. Nessuna esperienza viene considerata importante o desiderabile. Non rimane nessuno che desideri qualcosa e c'è altrettanta pace nel lavare i piatti che nello stare sul monte Everest a guardare il sole tramontare.

Tutte le esperienze o i sentimenti, per quanto forti, nascono e scompaiono nella pace. Nessun pensiero viene perseguito o rifiutato. I pensieri nascono ancora ma, con nessuno che vi si agganci, si acquietano facilmente. La mente continua il suo lavoro di pianificare, pensare, ma essenzialmente è pacifica e non coinvolta.

Non c'è più il senso del tempo che precedeva tutto questo. Ogni esperienza ha una sua novità che non è colorata da memorie passate. E' come se quest'intera storia e la storia della pseudo-identità che la precedeva non siano accadute che un attimo fa.

La conoscenza nasce dentro al Conoscere e viene personalizzata (e non c'è nessun-conoscere il Sé). Quando il concetto del personale scompare rimane solo Conoscere. Realizzazione di Sé significa assenza di un conoscente e un conosciuto.

Non c' nessun conoscitore del Sé. Non c'è nessun sé da conoscere.

Il Conoscere è al di là delle parole ma il più vicino che uno possa arrivarci è che tutto quello che c'è è Coscienza o Fare-esperienza. Quando viene 'realizzato' il Sé il Conoscere è ancora orientato verso il corpo-mente. Non c'è più il senso del corpo come un 'contenitore' della consapevolezza, ma il corpo e la mente sono ancora il meccanismo che orientano questo Conoscere. Quando la mente non riflette più la falsa personalità si può dire che l'intelletto è uno 'specchio' più pulito, che riflette il Conoscere del Sé-manifesto.

C'è la comprensione che il Sè-manifesto e l'Assoluto non sono due. Tuttavia, fino a che la mente, il corpo e il Conoscere non vengono trascesi questa comprensione è semplicemente questo, una comprensione. Dare un nome all'Assoluto (il non-manifesto o il Parabrahman) in cui si manifesta il Sé manifesto è mettere in parole quello di cui non si può parlare. Solo quando tutti i concetti, incluso 'io' vengono 'trascesi' può venire 'Conosciuto' quello che è al di là di qualunque concetto.

La tua prima preoccupazione come 'ricercatore' è di realizzare l' 'Io Sono' non verbale. Quando sono cadute tutte le etichette e identità non è che il primo 'passo'.  Quello che accade dopo questo 'stadio' è un approfondirsi del distacco, dell'imparzialità, mentre la mente si rivolge ulteriormente verso l'interno.

Questo processo è relativo a questo caso particolare (si riferisce a se stessa) e non è una prescrizione per il risveglio. E' solo una descrizione dei cambiamenti relativi a cui possono sottostare corpo e mente. Non sono di alcun significato perché la Realtà non ne è influenzata.

In questo momento la tua mente può essere ancora molto coinvolta nella sua storia personale. Se ti consideri un ricercatore, sappi che diventare più consapevole e più colto è uno scopo errato. La consapevolezza è tutto e in essa è sorto un falso senso del sé. La tua natura essenziale è spontaneità-consapevolezza. La tua vera natura è quella che ora Conosce questa consapevolezza.

Nessuna cosa è mai nata, nessuna cosa muore.

Nessuna cosa ha volontà libera né alcuno scopo.

Nessuna cosa è mai realmente accaduta.

Se non Conosci questo adesso è solo perché credi diversamente. Il solo scopo è dissolvere tutti gli scopi. Questo non accadrà finché ti proponi di diventare una qualunque cosa. Il Sé non è un fine che 'tu' puoi ottenere. Non c'è ricercatore né cosa cercata. Questi concetti sono possibili solo a causa del principio percipiente che li precedeva e in cui appaiono.

Tra il ricercatore e il cercato c'è il Vedere, l'Ascoltare, il Conoscere, l'Essere. Se lo capisci profondamente tutto quello che rimane è vivere la vita così com'è. 


Esther Veltheim ha scritto un libro “Who am I?” e si è realizzata a contatto con due insegnanti non-duali: Ramesh Balsekar e Wendell Henckel