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PROCESSO DI INQUIRY - Adyashanti


Estratto da Adyashanti “La vita dopo il risveglio”, Tecniche Nuove 2010

Se si scivola nell’identificazione scrivere riguardo a questo stato, scrivere aiuta a entrare nella forma pensiero che ha scatenato l’identificazione.

Definire quale pensiero o credenza cattura e quale fosse il mondo segreto di quel pensiero.

Vedere che pensiero e sensazione sono collegati, uno è la porta dell’altro, per esempio il pensiero “non avrei dovuto farlo” viene con una sensazione di imbarazzo o rabbia; così vediamo la profonda visione che il pensiero crea e come spinge in una re-identificazione.
 
Durante la pratica in inquiry occorre usare corpo e mente, entrambi, sensazione e pensiero. Occorre vedere quali pensieri generino determinate sensazioni e quali pensieri siano determinati da determinate sensazioni. E’ un ciclo: pensiero – sensazione che crea il prossimo pensiero che crea la prossima emozione.

Scrivere quale pensiero causa re-identificazione e vedere esattamente come il pensiero crea il mondo. Entrare nel sentire, quando senti, concentrazione su quale credenza genera quel pensiero particolare: fosse di condanna, imbarazzo, ecc. Dopo, il passo successivo, è interrogarsi sulla forma della credenza.
-       Come questa sensazione vede il mondo?
-       Come vede se stessa, qual è la sua visione del mondo?

Si può vedere che ciascun pensiero ed emozione contiene il mondo in sé e per sé, un’intera struttura di credenze.

Si scopre che la sensazione ha una voce, se la senti nella mente scopri che specifiche credenze e idee ha.

Si scopre molto presto che queste idee e credenze contenute nei pensieri e sensazioni, vengono dall’infanzia. Investigare dove la mente e il corpo sono collegati: è qui che il processo di inquiry può scoprire profonde esperienze interiori.

La cosa importante è andare al cuore del processo di pensieri e sensazioni e abbiamo colpito nel segno quando possiamo vedere le credenze illusorie che ci creano dolore in questo momento.

Si inizia a creare una forma pensiero nell’infanzia che aiuterà ad affrontare e attraversare tempi difficili, sono utili strategie, ma ora non sono più funzionali. Infine ogni formulazione che facciamo nella mente riguardo a passato o futuro ci pone in conflitto con la vita così com’è, con ciò che sta accadendo veramente.

Quando questi pensieri ed emozioni “velcro” sorgono, la chiave è guardarli in faccia.
Investigare è la pratica spirituale.

Quando vedete che i vostri pensieri, giudizi, opinioni sono altrettanto veri quanto i loro opposti, semplicemente polarità di pensiero che si bilanciano, quando vedete che il pensiero opposto è altrettanto vero quanto il pensiero a cui crediamo, allora, solo allora l’intera struttura del pensiero collassa.

Se un’opinione che è differente dalla mia ha altrettanto diritto a vivere quanto la mia, allora è impossibile dire quale opinione sia vera o reale. Sono reali entrambe o no. Quando si vede questo, vi è un interno bilanciamento degli opposti e i pensieri non restano più a lungo polarizzati e la struttura dualistica del pensare perde validità e comincia a collassare.

Dobbiamo essere disponibili a vedere qualcosa a cui  stiamo credendo, e dove ci stiamo aggrappando; questa disponibilità di non aggirare l’illusione è importante. Andiamo alla verità, alla libertà dalla via della schiavitù. Arriviamo a vedere la vera natura delle cose, vedendo attraverso la natura illusoria delle cose. Non arriviamo alla liberazione evitando ciò che non lo è, la verità è proprio l’opposto. La nostra illusione, le credenze che sosteniamo, sono dei passaggi alla liberazione, semplicemente vi entriamo senza né rifiutarle né attaccarci ad esse. Non dobbiamo né credervi né scappar via da loro. Occorre vedere ogni momento dell’apparente schiavitù come un invito alla libertà.

Checklist per l'investigare (Inquiry):

- Conosco veramente quello che penso di conoscere oppure ho preso a prestito credenze e opinioni degli altri?
- Cosa conosco veramente o cosa invece credo o immagino?
- Che cosa io conosco veramente?
- Cosa so veramente?

Risposta o realizzazione:
- Io non "so" nulla
- Non "so" chi sono
- Non "so" cos’è il mondo
- Non "so" cos’è la verità

- Cosa sto ancora sostenendo?
- Cosa ancora non è chiaro?
- Che situazioni nella vita vi portano a credere a cose non vere e vi portano ad andare in contraddizione, sofferenza e separazione?
- Cosa in particolare ha il potere di attrarre indietro la coscienza nel campo gravitazionale dello stato di sogno?
- Com’è successo che ho perso l’illuminazione?
- Come mi sono di nuovo catapultato nell’illusione?

Il processo è andare dritto nella relazione con te stesso e guardare profondamente cosa vi causa andare indietro nello stato di trance della separazione.
Localizzare i modi particolari, i pensieri, le particolari credenze che vi hanno ributtato indietro nel sonno.
Vedere l’impatto, vedere se riguardo a ciò andate nel giudizio, se andate nella colpa, se andare nel “dovrei”, “non dovrei”.
Ricorda: L’unica persona che può causarci sofferenza, il senso di separazione e illusione, siamo noi stessi.
- Cosa in me va ancora nella divisione?
- Cosa in me causa questo sentirmi isolato, separato, diviso, pieno di dolore?
- Dove sono queste zone in me che sono ancora meno che risvegliate?
Se c’è qualcosa di irrisolto in te, incontralo, guardalo in faccia, non evitarlo, nella semplice disponibilità a vederti, la tecnica è la sincerità, volere veramente la verità.