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IL CAMMINO DOPO IL RISVEGLIO (prima parte) - Gary Nixon

In questo articolo si considerano le sfide del dopo risveglio. Mentre può essere molto attraente essere nel fluire risvegliato, vediamo che possono ancora emergere problemi di mente, cuore e pancia su cui dobbiamo lavorare. La mente si può fissare sullo stato del testimone o attaccarsi al nulla o al concetto di risveglio. Queste posizioni di fissazione, sotto a cui giacciono le emozioni oscure del cuore, devono venir riconosciute, abbracciate apertamente e lasciate collassare. Bruciando le storie dietro a queste emozioni reclamiamo la nostra apertura di cuore e la nostra abilità di venire da una posizione di amore piuttosto che dall’illusione in un sé separato. Connettendoci con tutto a livello della pancia possiamo essere in uno stato di abbandono, di non aggrapparci più alla sopravvivenza di sé, mentre abbracciamo l’esistenza in ogni momento.

La magia del risveglio

La magia del risveglio, in cui ci si sente esplodere completamente aperti e interconnessi all’esistenza, può venir sperimentata come un grande sì sacro dichiarato all’esistenza e si percepisce la connessione beatifica con tutto. La vita può sembrare all’improvviso molto facile, con nulla da cui doversi difendere e nulla a cui attaccarsi, mentre dimoriamo in questo posto di amore-beatitudine. Sentiamo come se non potremmo mai più avere un altro problema mentre siamo contemporaneamente immanenti nell’amore e trascendenti nella piena vacuità con un amore genuino per tutti gli esseri.
Non c’è più questa scoraggiante e dolorosa sensazione di ferita di un sé separato che combatte per esistere e sopravvivere contro tutti gli altri oggetti nell’esistenza. Invece ci si sente come se fossimo a casa nell’esistenza, un posto che abbiamo sempre cercato, perché vedere il mistero è essere a casa (Almaas 2004 p.403). McKenna (2004) ha descritto questo stato di sentirsi a casa in cui ci siamo risvegliati, al di là delle richieste dell’ego, come di uno stato di giocosità, innocenza, mancanza di astuzia, illimitatezza di spirito, salute robusta e luce interiore, una confidenza naturale e un senso del giusto che non fa sbagli, imperturbabilità, una visione calma e un facile buon umore, equilibrio, libertà da malizia e piccineria, assenza di paura, presenza di generosità e un pervadente senso di gratitudine (pp. 98-99).
Dimorando qui l’esistenza viene compresa come coscienza puramente soggettiva e tutto il mondo viene visto come una modificazione della coscienza, senza una sua propria realtà autonoma. Uno vede anche di essere semplicemente la coscienza stessa. La ricerca alla fine risulta non necessaria perché tutto è già disponibile proprio qui, proprio ora. Lasciando cadere la ricerca e rinunciando al fine dell’illuminazione si diventa liberi di godere quello che è. All’improvviso subentra una forma profonda di rilassamento mentre uno capisce, nel momento, che non c’è un dove andare e nulla da fare. Ora è possibile il vero riposo. Con la scomparsa di tutti gli scopi, la persona scompare e non c’è più nessuno che possa essere teso.
Questo momento è completo in sé stesso e viene visto come l’eternità stessa. Con l’eternità di questo momento ci si connette con il senza morte e il senza tempo. Non è che uno diventi immortale, piuttosto riconosce che nessuno viene, nessuno va. Come uno vede attraverso il velo del sé illusorio è chiaro che non c’è nessuno qui che possa morire. Il corpo se ne va con la morte fisica ma non c’è morte del sé perché è già stato ‘decostruito’ da tempo.
Dove una volta sembrava ci fosse l’illusione di un sé separato e indipendente ora c’è solo l’assoluto essere com’è dell’esistenza. Prima uno era un qualcuno ed ora non c’è nessuno tuttavia, paradossalmente, uno è ogni cosa e dappertutto. Come ha detto Nisargadatta Maharaj (1985) la saggezza è sapere che non sei nessuno e l’amore è sapere che sei tutto.

Il seme che lega

Tuttavia, in una battibaleno possiamo venire ributtati indietro nei nostri sé separati come se fossimo all’estremità di una corda elastica che si estende nell’abisso e poi rincula indietro nel nostro passato karmico, le nostre ferite emozionali, i modi di comportarsi non ancora chiarificati. Dalla celebrazione mistica possiamo venire rimandati alla morsa della contrazione, delle ferite e della separazione. E tristemente credevamo che col risveglio il lavoro di guarigione fosse ormai alle spalle. Ora invece vediamo che c’è molto più lavoro a venire mentre tutti i nostri problemi passati affiorano e fioriscono selvaggiamente nella consapevolezza, con l’energia più elevata del risveglio.
Affrontiamo ora questo lavoro del dopo risveglio che può essere intuitivamente diviso nelle aree di mente, cuore e pancia (Adyashanti 2008)

Il risveglio della mente: La fine del nostro mondo

Nel viaggio del risveglio impieghiamo la mente per abbracciare il viaggio ma presto ci rendiamo conto che è la mente stessa ad essere il problema. La mente non può mai abbracciare il nuovo ma è sempre focalizzata sul vecchio, il conosciuto. La chiave della libertà è non avere preferenze, ma la mente è in uno stato di continuo giudizio “questo è buono, questo è cattivo, non mi piace questo, mi piace quello…” Una volta che la mente ha avuto un’esperienza di risveglio cerca disperatamente di ricreare l’esperienza e di trovare una formula su cui appoggiarsi così che il risveglio sia sempre garantito. Vuole aggrapparsi strettamente al risveglio, erigere un santuario attorno a un qualche segreto del risveglio inventato dalla mente per perpetuare l’esperienza per sempre. Sfortunatamente per la mente non c’è nessun metodo per la mente perché possa andare al di là di se stessa e quindi rimane a girare a vuoto senza rendersi conto che il problema stesso è proprio nella sua stessa natura di aggrapparsi e afferrare.
La sola risposta è la totale demolizione della mente. “Taglia le radici di un albero e le foglie seccheranno, taglia le radici della tua mente e il samsara cadrà…Chi si attacca alla mente non può vedere la verità di quello che è al di là della mente” (Osho 2006, p.180). Quindi, invece che credere che la nostra mente possa liberarci, diventiamo consapevoli delle limitazioni della mente e rimaniamo attenti mentre realizziamo che nessun concetto, tecnica, o forma di conoscenza può essere la nostra salvezza.
Non ci si può attaccare a nulla. Qualunque risposta è una forma di aggrapparsi.
Quando vengono lasciate cadere le conoscenze, le tecniche, le motivazioni segrete della mente o i suoi scopi, vediamo quello che rimane, come lo esprime Bodhidharma quando incontra l’imperatore cinese che gli chiede: “Chi è questo Bodhidharma che mi sta davanti?” “Non c’è nessun sapere” risponde Bodhidharma. Bodhidharma dimora in un posizione di non conoscere e abbraccia l’esistenza.
Adyashanti (2008) descrive il risveglio a livello della mente come la distruzione di tutto il proprio mondo. Tutti i concetti, la conoscenza e le visioni del mondo evaporano in fumo e rimaniamo con la piena vacuità senza nulla a cui attaccarci.

Trucchi sottili della mente

La mente può essere un’ingannatrice molto astuta perché ama accaparrarsi tutto per se stessa. Per esempio una trappola cronica della mente può essere nascondersi nella posizione del testimone. Come ha osservato Adyashanti (2008) possiamo rimanere bloccati nella posizione del testimone distaccato e sentire che siamo liberi dal me, anche se c’è un dualismo insito nella divisione tra il testimone e il testimoniare e quando questo collassa. Puoi cominciare a vedere gli elementi dell’ego che vengono usati nella posizione del testimoniare come un modo di nasconderti, di non venire toccato dalla vita, di non sentire certi sentimenti, di non incontrare le nostre vite direttamente e intimamente in un modo crudemente umano (p.98).
Simile al tema dell’identificarsi col testimone distaccato è il problema dell’identificarsi col nulla. Come ha spiegato Osho (1982) una persona non si rende conto di aver sviluppato un attaccamento al nulla facendo di questo nulla un nuovo oggetto. Di fatto l’identificarsi con un nulla distaccato può causare una divisione drastica nella vita quotidiana.
Questo comportamento di afferrarsi a un nulla trascendente e alla posizione del testimone diventando un osservatore distaccato della vita è molto comune. Parsons (2000) le ha dato un’attenzione specifica descrivendola come un comportamento caratteristico maschile. Nella mia esperienza personale e anche quella del mio lavoro come psicoterapeuta non duale sembra che il solo rimedio sia , dapprima, osservare il dramma di questa posizione e, in secondo luogo abbracciarne l’assoluto fallimento. Questo modo di lavorarci sopra può sfociare in un’esperienza di totale smembramento dell’essere e di frantumazione della posizione prefissata, risultando in un collasso che riporta dentro alla vita.
Nel caso seguente esamineremo come questo possa manifestarsi con pienezza.

Andare oltre la sindrome dell’uomo superiore

Paul (uno pseudonimo) era uno di questo genere d’uomo. Era distaccato e non coinvolto nei suoi rapporti. La sua ragazza stava per lasciarlo. I suoi rapporti di lavoro erano tipicamente cattivi. Paul lavorava come counsellor e negli ultimi anni aveva visto che faceva esperienza di un ciclo senza fine di un’eccitazione preliminare, quando iniziava a lavorare con nuove agenzie di counselling, e poi molto presto le agenzie prendevano distanza da lui, non rinnovavano il suo contratto e infine lo toglievano dalle loro liste. Trovava strano tutto questo perché sentiva di aver abbracciato l’insegnamento di compassione amorevole (insegnamento buddista) e, tuttavia, nel suo isolamento si stava, di fatto, chiudendo alla vita. Secondo la sua comprensione sentiva che la vita lo stava continuamente tradendo. Era attaccato al suo stato non duale.
Anche la personalizzazione del risveglio deve essere lasciata andare in ogni momento. Nell’immobilità di questo momento non c’è nessun concetto di illuminazione o di risveglio, solo il mistero dell’esistenza. Non ci sono formule da seguire. La mente ama co-optare le cose e indugiare in terra non duale. Tragicamente, con l’uso di formule e cliché non duali, ci può essere un ritiro dall’affrontare ed amare quello che è in ogni momento. Non ci sono concetti più scivolosi che i concetti di risveglio e di essere nel vuoto. Paul era fissato in questo nulla distaccato e la sua idea di sé di essere un essere risvegliato.
La vita in genere ci dà un’opportunità di trasformazione e non passò molto prima che Paul ne avesse una. Paul sapeva di essere meglio di chiunque altro per “la posizione non duale che aveva raggiunto nel suo viaggio. Gli altri sciocchi non sapevano cosa stava realmente accadendo”, questo era il suo atteggiamento.
Lo invitai a vedere che era lo stesso vecchio gioco del narcisismo messo su con un nuovo costume. Era il suo turno di sentirsi superiore agli altri. Gli feci notare: “Sei diventato attaccato al vuoto e questo è diventato la tua nuova identità. Senti di essere questa persona risvegliata che viene dall’assoluto”.
Quindi continuai con un indicatore descritto da Foster (2008) per realizzare che c’è solo ‘questo’: “Quando tutti i concetti nel mondo sono visti come solo concetti, quando il pensiero ritorna al suo ritmo naturale, quando la futile ricerca della ‘mente scimmia’ finalmente si acquieta che cosa rimane? Al di là del risveglio, al di là dell’illuminazione, al di là del reale e irreale, al di là di esistenza e non esistenza, al di là di quello che è e quello che non è, al di là di sé e non sé, al di là di dualità e non dualità, al di là di vita e morte, al di là di ogni al di là, che cosa risplende?…questo. Solo questo! Sempre questo! Per sempre questo!” (p.7-9)
Paul ed io meditammo sulla essenza del momento con nulla su cui appoggiarci. Mentre sedevamo lì nella luce trasparente e radiosa, divenne ovvio in modo molto ordinario, che tutta l’esistenza era luminosa e illuminata.
Non c’era nulla di speciale da afferrare e nessuna asserzione da fare. Paul trovò che, nel momento, il suo senso di superiorità veniva spazzato via. All’improvviso, mentre il suo cuore si apriva totalmente, il suo essere venne scagliato sulle rocce dell’esistenza. Poteva vedere con chiarezza che “io non sono la risposta né lo è nessuno”. Il fondo era caduto via e non poteva più aggrapparsi alla sua posizione di superiorità. Era contemporaneamente interconnesso e ordinario.
Con un sorriso Paul spiegò che poteva vedere di non aver più bisogno di cercare di praticare la gentilezza amorevole. Aveva collassato la sua posizione superiore nell’abbraccio di quello che è. Il completo fallimento della sua posizione di superiorità aveva fatto esplodere il suo cuore completamente aperto ed ora si sentiva più libero di amare.
Adesso esploreremo più pienamente il tema del cuore.

Il risveglio del cuore: lavorare sulle nostre emozioni.

Il risveglio del cuore implica un totale aprire del cuore a tutte le cose e gli esseri dell’esistenza così che possiamo diventare questa presenza amorevole interconnessa con l’esistenza. Ogni cosa diventa un’estensione di noi stessi. Questo è un movimento che si allontana dalle tipiche faccende di cuore dove abbiamo imparato a essere focalizzati su un oggetto. Qui ogni dover essere, virtù, moralità, vengono lasciati cadere e gioiamo totalmente di quello che è disponibile nel momento.
Con questo aprirsi all’amore ci si muove al di là dei confini del piacere e del tipico amore romantico per diventare amichevoli con tutta l’esistenza. Si diventa non possessivi, senza gelosia o desiderio di dominare, dando all’altro una libertà totale e incondizionata. Viviamo in gratitudine abbracciando i molti doni dell’esistenza senza richieste.

Bypass spirituale : Scappare dalle nostre emozioni oscure

Gli esseri umani tendono ad evitare e a scappare dalle emozioni oscure come il cordoglio, la paura, la disperazione. Nel nostro cercare la trascendenza spirituale possiamo ignorare i problemi emozionali “C’è spesso la tendenza a usare la pratica spirituale per cercare di innalzarsi al di sopra dei nostri problemi emozionali e personali, tutte quelle cose incasinate e irrisolte che ci tirano giù” (Wellwood). Questo bypass spirituale spesso lascia un sacco di problemi irrisolti sotto alla nostra nuova identità spirituale. Queste tematiche devono venire portate alla luce della coscienza e affrontate. Adyashanti: “Smetti di evitare le cose. Se c’è in te qualcosa di irrisolto girati verso di quello. Affrontalo. Guardalo. Smetti di evitarlo. Smetti di muoverti in un’altra direzione. Smetti di usare un momento di risveglio come mezzo per non aver a che fare con qualcosa dentro di te che può essere non ancora abbastanza risvegliato….”
Odio, invidia, gelosia, bramosia, paura, vergogna, sono tutte bandiere delle emozioni che si nascondono nel basso ventre. E sono degli inviti a guardare la nostra illusione di separazione che insorge in ogni momento. Le emozioni più negative possono venire attribuite a rabbia, paura e giudizio ed hanno origine nel credere ai nostri pensieri e significa che stiamo percependo da uno stato di divisione.
Possiamo avere ogni genere di semi crudi da dover affrontare, specialmente i nostri affari emozionali non risolti che tendono a venir esagerati e intensificati con l’insorgere dell’energia del risveglio. Io stesso ho lavorato per riconoscere dei temporanei modi di aggrapparmi nella mia attività di professore universitario in cui passavo da una presenza amorevole a una contrazione e una non accettazione dell’insicurezza della situazione. Ho guardato le storie che mi creavo e ho potuto vedere che l’unica possibilità di liberarmene era di lasciar andare, di bruciare ogni storia nel momento, non appena affiorava. Ho dovuto lasciar andare tutto, incluso la mia posizione universitaria.
Considereremo ora un caso recente che coinvolge una persona che ha avuto un risveglio improvviso e le sue risultanti storie di ingiustizia su cui ha avuto bisogno di lavorare.

L’improvviso risveglio di Cam: perseguitato dall’ingiustizia.

Cam (pseudonimo) aveva vissuto una vita tormentata. Aveva sentito di non essersi mai inserito nel gioco della vita. Tuttavia era un sopravissuto ed era riuscito a rimanere in giro. Aveva molto da affrontare dal trauma dell’infanzia, il vivere per la strada, a episodi di assuefazione e problemi di salute mentale, a un matrimonio fallito e un sacco di lavori non soddisfacenti. Aveva trovato la forza di finire l’università a metà dei suoi anni 40 e di prendere una laurea di assistente sociale alla fine di quegli anni. Cam pensava che fosse un grandissimo successo. Ma, con sua sorpresa, pochi giorni dopo la laurea sembrava un risultato vuoto. Questo lo aveva lasciato con una crisi di identità di assenza di significato e sensazione di essere imprigionato in un vuoto esistenziale.
Cam trovò il gruppo di lavoro non duale intenso e energetico, ma rimase ancora a disagio col suo essere. Dopo, fu perseguitato dalla domanda bruciante: “Chi sei ? Veramente?” .Ritornando a casa, quel giorno, pochi momenti dopo quell’improvvisa comprensione si sentì improvvisamente crollare il mondo in testa mentre riaffrontava la domanda “Chi sei ?” In quel momento, per la prima volta, Cam poté vedere di essere stato un completo narcisista per tutta la sua vita. Ogni cosa, persino i gesti di simpatia e compassione e il fingere una comprensione del narcisismo, era stato tutto motivato dal suo ego. Questa comprensione lo travolse in un lampo e sentì il terreno sotto di lui trasformarsi in un enorme abisso. Si sentì cadere attraverso l’abisso e, in quel momento, tutto il suo mondo cambiò mentre vedeva la verità di una vita intera di narcisismo. La vita di Cam, piena di idee di essere nel giusto e di interessi personali, esplose e si frantumò come una stella cadente lasciandolo un essere totalmente cambiato.
In questa energia intensa poteva vedere che non era "lui" la risposta. Era uno con il vuoto ed era capace di lasciar andare un’intera vita di ricerca sbagliata. Questa esperienza fu scioccante perché non era venuta attraverso uno sforzo ma in modo naturale in un momento di visione reale. Nelle settimane seguenti si ritrovò in uno stato di beatitudine e rapimento e di estasi surreale.
Doveva rimodellare la sua vita secondo il suo risveglio non duale. Cam disse che aveva casualmente cercato questo luogo non duale per tutta la sua vita, poiché non riusciva mai ad adattarsi. Cam poteva vedere che aveva un’intera varietà di storie, alcune piccole, alcune grandi. Da una posizione di non-sé era in grado di lasciar andare queste storie e realizzare che la libertà si trovava nella perfezione di ogni momento.
Come Cam risolveva queste storie di ingiustizia emergevano altre emozioni intense. Per esempio si ritrovò a rivedere le sue paure. Ora, nel suo stato fluidamente libero, poteva sentirsi cadere nella paura di dover affrontare gli impegni.Gli presentai la sfida “puoi vedere che stai mendicando una conferma da parte degli altri e cercando di rendere il momento futuro sicuro? In questo modo il sé cerca di afferrarsi a qualche posto sicuro che è psicologicamente impossibile. Puoi vedere che ti stai creando una prigione e lasciare andare tutto qui e adesso?” Se ne andò rendendosi conto che questo lavoro sarebbe stato un processo continuo.
Cam ha lavorato sui suoi giudizi e storie di ingiustizia ed ora sta affrontando la paura. E ha capito che ce n’è ancora di più da venire. Sta giusto imbarcandosi sul cammino di imparare a vivere come un essere non duale.

Commento: il processo di integrazione potrà andare avanti degli anni per la maggior parte di noi perché l’illusione che ci sia ancora qualcosa da realizzare si consuma lentamente, nella nostra mente. Dopo il Riconoscimento, quando torna un momento di sofferenza il meccanismo egoico è nuovamente attivo e torna subito l’ansia di doverti risvegliare di nuovo. In questo caso possiamo sfruttare l’illusione di essere noi a decidere e “decidere” di riportarci al nudo presente, senza giudizio né aspettative. La connessione ripetuta, immediata e naturale, come “Presenza alla nostra assenza” svuota ad una ad una le nostre “storie”. L’alleggerimento cresce e con essa la fiducia fondamentale. Finchè l’evidenza del Risveglio diventa il grande attrattore del tuo vivere il Vuoto, momento per momento e il Risveglio si autoalimenta e stabilizza.