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Susan Segal - ILLUMINAZIONE IMPROVVISA

"Anni fa, quando ero incinta di mia figlia, ero in attesa alla fermata di un autobus a Parigi. In un attimo tutto quello che avevo sempre considerato essere il mio sé personale scomparve completamente. Se n’era semplicemente andato. Mentre aspettavo che l’autobus si avvicinasse qualcosa nella coscienza si stava allentando. E quando sono arrivata lì, sono sicura che non aveva nulla a che vedere con l’autobus che si avvicinava, questo punto di riferimento di un “io”, un qualcuno a cui si riferiva ogni cosa e attorno a cui era strutturato tutto quello che accadeva nella vita, se n’era andato. Era come se fosse stato spento un interruttore. E non si sarebbe riacceso mai più.

La prima risposta che la mente ebbe di fronte a questa esperienza completamente inafferrabile fu di un terrore assoluto; ma questo terrore non cambiò mai neanche per un momento l’esperienza. In altre parole il terrore non riportò mai indietro il punto di riferimento. Non c’era nessun sé personale, ma non si fermò nulla: le funzioni continuavano a funzionare come prima. Anzi meglio di prima. Il parlare era ancora parlare e il camminare ancora camminare. Andai persino all’università e presi un Ph.D. Provai questo terrore per dieci anni. Durante questo tempo consultai un sacco di psicoterapisti perché sembrava che ci fosse qualcosa da curare. Ognuno di loro lo considerò un problema. E tutti avevano una diagnosi da fare. Non riuscivano a capire come mai funzionassi così bene ma prendevano il fatto che ci fosse tanta paura come il segno di un problema.

Verso la fine dei dieci anni c’è stata la chiara consapevolezza che questa paura non se ne sarebbe andata. Era ora di indagare altre descrizioni possibili di che cosa fosse. Era ora di investigare con persone che ne sapessero di più degli psicoterapeuti occidentali. Cominciai a leggere dei libri spirituali e incappai in una descrizione di qualcosa che era esattamente quello che provavo. Era un’intervista con Jean Klein, un maestro Advaita, che dice che non c’è nessun io personale, che non esiste. E dice che non c’è nulla di sbagliato in questo; è lo stato umano naturale. Trovai anche un insegnate Zen nel Nord della California che mi disse che “vedevo con gli occhi degli antichi”; la sua rassicurazione che la reazione di paura era solo una stagione e che sarebbe arrivata la primavera, mi fu molto utile. Parlando con lui divenne chiaro che qui c’è tutto. Vidi che la presenza della paura significa solo che la paura è presente, solo questo. Poco tempo dopo, mentre guidavo, ebbi l’esperienza di guidare attraverso me stessa per andare in un posto dove ero già, perché, di fatto, ero già dappertutto.

Ci fu uno spostamento da un sé non personale, nessun “me”, al vedere che quest’esperienza del sé non personale era in realtà la sostanza di ogni cosa. Questo fu il momento in cui iniziò la primavera con presente la qualità della gioia. Quello che posso dire su cosa provo ora è un risiedere nell’Infinito dentro cui risiede l’Infinito. Non c’è un punto finale in tutto questo. Stiamo parlando della Vastità. E’ molto grande. Continua mostrasi e a mostrarsi e a mostrarsi…….

La vista della Vastità, gli occhi della Vastità, esistono dentro alla Vastità stessa. Ha il suo organo di senso che la permea ed esiste in ogni suo punto che vede le cose per come sono e vede Se Stessa per quello che è. E, tuttavia, sembra che quello che è accaduto quando ero alla fermata dell’autobus includesse la mente e che i suoi circuiti siano diventati una parte partecipe dell’organo di senso della Vastità. E’ come se la mente e i suoi circuiti si siano uniti alla sfera della Vastità. Un altro modo di descriverlo è che il modo in cui la mente e i suoi circuiti sono sempre permeati dall’organo di senso della Vastità sono affiorati in primo piano e che questo è diventato la posizione percettiva principale, una posizione dell’Origine che è priva di posto.

Una delle paure principali che la gente ha nel risvegliarsi alla Vastità è di non essere più in grado di funzionare bene nel mondo. Questa è la paura principale. E’ la paura che ho avuto per 10 anni. “Come posso fare una qualunque cosa se qui non c’è più nessuno a farla? Come posso concludere qualcosa?” Poi è diventato chiaro che quello che ha sempre fatto tutto è sempre lo stesso che continua a fare qualunque cosa. Così, in realtà, non è cambiato nulla :-) l’apparenza di “Ah questa è la prossima cosa da fare e poi quella” ma non c’è qualcuno che debba essere costretto a compiere qualcosa. Non c’è mai nulla che soppesa i pro e i contro o che cerca di capire come fare le cose al meglio. Il vero attore (colui che fa) è così inimmaginabile, così completamente misterioso. Ogni cosa che è stata calcolata come la prossima che deve accadere è calcolata in quel mistero.

Se aspettasse che la mente capisse qual è la prossima cosa da fare allora non penso che avremmo quello sta accadendo naturalmente, come questo pianeta e le sue stagioni.

Così il fare e il concludere continuano come prima, anzi, con maggior pienezza e completezza. Non c’è nemmeno da chiedersi come accadono le cose, semplicemente accadono

Una delle cose che la vita convoglia è che è un divertimento! Non è per niente seria e non deve essere in un modo specifico. Lo ripeto ancora: ogni cosa è già qui. Lo è sempre stata. Non si può dire che, poiché qualcosa si manifesta, la Vastità non è vasta né significa che non sia fatta di Vastità.

Commento: Eccezionalmente la Liberazione dall’illusione dell’ego avviene prima del Risveglio a ciò-che-è. Spesso allora, come nel caso di Susan Segal, questo salto improvviso può portare a grandi difficoltà e disorientamento nella vita di tutti i giorni. La paura conseguente è un meccanismo di difesa ormai rotto – non è capace di ripristinare un sé- ma è sempre devastante. Solo l'incontro tra due Vuoti (Vastità), quello interiore e quello esteriore, porta all'integrazione finale del Reale nella mia vita.  Il Riconoscimento è invece una esperienza di Verità che integra gradualmente la fiducia fondamentale e lascia la mente curiosa e de-contratta, il più delle volte. Questo processo di crescita, in sè illusorio, abbandona la mente solo quando la Vastità (SatChitAnanda) è stabilmente al centro del vivere…