Quando i muscoli sono sentiti,
sono liberi da tutti i condizionamenti, perché la sensazione libera le
tensioni e le reazioni. I muscoli sono ricondotti al loro stato naturale.
Potete sentire il cervello nello stesso modo, anche se questo è ignorato in
neurologia. Quando il cervello è
sentito, si distende completamente e tutte le sue vibrazioni rallentano.
Quando il cervello è profondamente disteso,non c’è più localizzazione; così non ci può essere
concettualizzazione. Non potete più pensare, perché pensare è una
localizzazione, principalmente situata nella regione frontale. Così non è
necessario difenderci dal pensare, ma semplicemente arrivare allo stato
assoluto di rilassamento del cervello.
Le funzioni e le attività appartengono alla mente e la mente funziona nello spazio-tempo. Nel rilassamento profondo, siete liberi dal pensiero e allora siete liberi dallo spazio e dal tempo che non sono che dei pensieri. Quando siete liberi dallo spazio e dal tempo, non c’è che una costante presenza che non può essere trovata, descritta o localizzata.
Parlo solo dopo la mia propria
esperienza, dicendo che è una presenza costante, dove nessuno, niente, è
presente. E’ pericoloso esprimerlo anche poeticamente, ma l’espressione più
appropriata per me è che è una
costante corrente d’amore. Quando il cervello è veramente sentito, siamo
distolti dalle fissazioni, dalle localizzazioni nel cervello. Abbiamo
l’impressione di essere in espansione nel nostro corpo. Questa sensazione d’ espansione è l’inizio della meditazione. La
meditazione non è che l’atto di rilassare il cervello che fa sempre qualcosa.
Esattamente come possiamo liberare i muscoli dai condizionamenti, dai residui
del passato, allo stesso modo possiamo liberare il cervello dalle funzioni e
dalle attività. Può darsi che ne abbiate già avuto l’esperienza. Prima che il
cervello concettualizzi, cerchi delle parole e pensi, c’è una pura
percezione. Ma siamo tanto abituati al riflesso d’analisi,di paragone e altro
che sappiamo poco di una pura percezione.
Ci sono numerosi “trucchi” per
fermare il pensiero, ma creano solamente una fissazione su qualche oggetto
sottile, mentre la meditazione è completamente senza oggetto. La meditazione
non comincia con la ricerca di uno stato. Questo non-stato è la corrente, la
presenza che non è toccata dal funzionamento mentale. E’ solo l’ignoranza che attribuisce questa presenza, questa gioia,
all’assenza d’oggetto. Se restate convinti che la tranquillità si trova
nell’assenza d’oggetto, non diventerete mai liberi dalla dualità. La presenza è al di là della presenza o
dell’assenza d’oggetto, al di là della mente, al di là del cervello.
Tutto questo appare e scompare nella presenza senza limite che non è oggetto.
E’ uno
sguardo innocente che libera il cervello dal cervello. Questo vi porta a
essere libero dal meditante, da chi agisce e che non è altro che una
costruzione mentale. Così quando sentiamo così profondamente il corpo,
siamo nel corpo in espansione, come siamo in espansione quando sentiamo il
cervello: allora la meditazione è qualcosa di totalmente differente.
La maggior parte delle tecniche,
di cui molti sono pratici in certi monasteri, mettono l’accento sull’arresto
della funzione del cervello. Possiamo allora essere liberi dai contenuti del
cervello, ma i contenuti non sono il problema. La vera finalità non è di
esplorare i contenuti, ma il contenitore. Il contenitore non è l’assenza del
contenuto, come il gusto della bocca stessa non è l’assenza di altri gusti.
Così, quando c’è una assenza d’attività del cervello, non vivete l’assenza
d’attività del cervello, ma vivete la presenza. Siate in identità con la
presenza, che non è una relazione soggetto-oggetto.
Se lasciate la relazione
soggetto-oggetto e vivete in identità, allora succede qualcosa nel corpo, nel
cervello. L’energia non attraversa più
le antiche vie. C’è improvvisamente rettificazione. Siete la presenza,
non la tranquillità della mente, così il cervello funziona quando c’è bisogno
di funzionare. Se è chiamato a pensare, pensa. Quando non c’è niente da
pensare, non c’è nessun ruolo da assumere. Il cervello è un organo come un
altro. Nello stato di distensione, il cervello è vuoto, ma voi siete talmente
abituati ad avere un oggetto nella vostra mente che speso ignorate il vuoto
della mente. Ci sono molti momenti
della vita quotidiana dove la mente è libera dal pensiero, ma il riflesso
di riferirsi agli oggetti e allontanarsi dal cervello vuoto è molto forte,
perché questo stato vuoto è considerato come uno schermo bianco.
Questa presenza non può essere
sperimentata come gioiosa o senza gioia. E’ senza nessuna qualità.
Semplicemente è. La tranquillità di
cui parliamo, che è al di là del non-funzionamento della mente, è il
risultato della comprensione. Quando è compreso profondamente che non c’è
niente da raggiungere, niente da compiere o da diventare, che tutto ciò che
cercate è qui come questa sedia sulla quale sedete, solo questo può condurvi
al silenzio.
Notate che
siete costantemente in uno stato di compiere qualcosa o di diventare
qualcosa. Basta vederlo. In questo istante, siete fuori dal riflesso
automatico, meccanico. Quando diventate coscienti del riflesso, la
coscienza è essa stessa fuori dalla funzione. Siate con questo sguardo
innocente. Il cervello è un oggetto percepito come sono percepite le
orecchie. E’ una sensazione come si può sentire la mano. Quando esplorate la
sensazione delle vostre mani, accedete a differenti livelli di sensazioni. E’
lo stesso con il cervello.
Nel
momento d’assenza del pensatore, di colui che agisce, c’è meditazione.
C’è
meditazione anche quando ci sono dei pensieri nella mente perché la
meditazione è al di là dell’attività della mente. Gli
occhi, le orecchie, tutti gli organi dei sensi sono aperti, ma l’accento non
è messo su di loro. C’è udito, visione e così via, ma niente è udito o visto
perché colui che vede o ode è assente. Senza soggetto, non c’è oggetto.
Il vuoto del cervello è ancora uno
stato. La mente ha dei momenti di silenzio perfetto, ma è una mente
silenziosa, non è la meditazione. Ciò che voi siete, è al di là della mente.
E’ lo stato sahaja
eternamente presente dove la mente appare silenziosa o in movimento e voi
compite ciò che la vita vi domanda, ma siete costantemente nella vostra
essenza senza tempo. E’ la vita attiva
che funziona in accordo con la situazione senza un me o un “io”. Quando
siamo presenti, non siamo più localizzati. Siamo localizzati nella
non-localizzazione. Siamo semplicemente aperti dove niente è oggettivo.
Vivendo in questa apertura, a un certo momento si produce un transfert e
siamo aperti all’apertura. Questa è la vera meditazione dove non c’è più il
meditante e niente su cui meditare. Il
corpo non è che memoria. Non è questo il vero corpo che si sveglia la
mattino. E’ solo la memoria, gli schemi. Quando
il corpo è ascoltato, è completamente sentito, perde la sua consistenza e si
trova in espansione. E’ sentito più liquido, più fluido, non ha contorni,
non ha centro. Sentire il corpo è
guarire il corpo, perché difesa, reazione, paura, tensione sono delle
contrazioni. Quando parliamo della paura o dell’ansia, l’abbiamo già
sentita a livello del corpo come una sensazione. Ma la concettualizziamo. Noi
ci allontaniamo dalla paura per andare verso la parola paura. Così, per far
fronte alla paura, dobbiamo ritornare alla percezione originale della paura
al livello del corpo. Pertanto,
sentendo il corpo, non mettiamo l’accento su ciò che sentiamo, la tensione,
ma mettiamo l’accento sull’ascolto, la coscienza.
Quando la testa è
veramente sentita, la maggior parte degli organi è completamente rilassata,
specie gli occhi, che sono sempre in procinto di scegliere e di cercare
sicurezza.
Se non potete sentire il cervello
subito, cominciate con gli occhi. Sentite la loro cavità e seguite il nervo
ottico penetrare il cervello. Quando il cervello sarà rilassato,si avrà una
sensazione di spazio attorno a lui. Fatene un oggetto della vostra coscienza
e vi dissolverete nello spazio. Alla fine c’è una fusione tra l’osservatore e
ciò che è osservato e non c’è che presenza.
Numerose parti del cervello sono
bloccate, perché sono contratte per l’utilizzazione abituale
dell’immagine–io. Noi viviamo solo una frazione del nostro cervello.
L’attenzione che portate per sentire il cervello, non è un’attenzione con
intenzione. Quando questo accade, c’è fissazione. Quando pensate “sono
attento”, non siete attento. Semplicemente esplorate con innocenza.
Commento: La
mente che non pensa è già oggi un fenomeno frequente nella tua giornata (se
non succedesse impazziresti dopo pochi giorni)– ma non essendoci memoria di
niente né attenzione su questo fenomeno e continuando a negarne la
possibilità non ne sei consapevole, non è una tua esperienza. Guarda: la
mente-senza-oggetto è un fatto che se impari invece ad osservarlo, ecco la porta spalancata! Questo può rende così più accessibile il tuo Riconoscimento- ormai
distante solo un ...click!
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