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IO SONO IL MIO CAMMINO - AA.VV.



E' QUEL CHE E'

E' assurdo,
dice la ragione.
E' quel che è,
dice l'amore.

E' infelicità,
dice il calcolo.
Non è altro che dolore,
dice la paura.
E' vano,
dice il giudizio.
E' quel che è,
dice l'amore.

E' ridicolo,
 dice l'orgoglio.
E' avventato,
dice la prudenza.
E' impossibile,
dice l'esperienza.
E' quel che è,
dice l'amore.

di Erich Fried


 *****

Approccio progressivo e approccio diretto
(alla realizzazione della Verità)

Io sono tutti i percorsi e tutte le destinazioni.
Sono colui che cammina e colui
attraverso cui il camminare avviene.

Sono tutte le versioni del camminare,
che siano progressive, dirette,
menomate o da esperto.

Sono tutte le versioni del conoscere,
che si chiamino ignoranza, beatitudine o conoscenza.

Eppure sono puramente non-conosciuto.
Sono l'origine e la fine.
Quindi nessuno cammina,
nessuno arriva.

La progressione è una invenzione,
e quello che è costruito è de-costruito.
Luci, bindu, chakra (così come i corpi-menti)
sono invenzioni.

Quando tutto viene de-costruito
rimane quello che non è stato de-costruito
perché non è mai stato costruito.

La mente, essendo un costrutto
e un manipolatore di costrutti,
non può mai comprenderlo.

di Dan Berkow

*****
Tu che cammini,
non c'è nessuna strada,
solo tracce di schiuma sul mare.

di Machado

*****
Un airone bianco
che si nasconde
nel campo di neve
dove nemmeno l'erba d'inverno
può essere vista.

di Dogen

*****
Nessun conflitto
quando il flauto suona
perché allora vedo
che ogni movimento emana
dalla Danza Sacra
di Dio

di Hafiz
*****

Non ci sono cartelli indicatori qui, nessuna consolazione.
Io vago, ridotta a un vapore di quello che
pensavo di essere, una goccia
nel silenzio di questa
enormità.

La vita picchietta la terra lungo questo cammino deserto,
marcando impronte di passi che non vengono da
nessuna parte, non conducono da nessuna
parte e dovunque.

Memorie, vaghi desideri, pezzi di sogno, tutto si muove
senza posa sulla superficie accogliente
della mia immaginazione, e tuttavia
non trova posto dove fermarsi.

Qui c'è solo se la rigidezza dell'incubazione del mistero,
che incuba questo guscio di elementi chimerici
che si congelano dentro e fuori del
tempo del flusso della vita.

 Sono acqua, che lava un mondo d'acqua, non nata, mai morente,
intrecciantesi attraverso le profondità marine di se stessa,
scorrente attraverso grandi canyons di visioni
che arrestano il cuore, o raccogliendosi
nelle acque stagnanti di desideri
abbandonati.

Respiro inspiegabile
inalato, esalato, inalato, esalato,
e per tutto il tempo questo pulsare, questo pompare
di vasi sanguigni della vita ordinaria, irriducibile,
vibra di una musica inaudibile, la musica
dell'incarnazione precisa,
l'immensità distillata.

Come potrei mai aver sognato che ci fosse
qualcosa di più di questa
totale semplicità?
Quest'acqua è
la trasparenza stessa
figlia della marea di una madre oceanica,
mai altra che se stessa, che gioca nella nuvola,
nella goccia di rugiada, nel ruscello, nella neve mezza sciolta,
nel fiume, lago, foglia, arto, radice, terra scura, arcobaleno nel cielo,
uccello, bestia, bellezza, verme, mondo dentro al mondo
 dentro a un mondo elusivo.

Sempre ora.

Ora

 Sopra la cascata esplodo in miliardi di gocce
individuali di se stessa, nel rombare assordante,
per poi dissolvermi di nuovo nel flusso
della mia eterna unità, acqua di
vita che scorre, che nutre
tutte le forme di me stessa,
la mia stessa forma.

 Contenute in me sono tutte le acque del mondo,
come io lo sono dentro di loro, gocciolante attraverso
questa vastità, questa notte scura e senza luna,e ancora
continuo a gocciolare, la mia canna che disegna una firma

sull'acqua, acqua che echeggia di ritorno la solitudine
di quello che non può mai conoscere se stesso,
ma solo essere se stesso.

Anche questa solitudine alla fine
viene sommersa in questo abbraccio di benvenuto
a se stesso, braccia acquatiche che si estendono per catturare
la pioggia gentile di lacrime di questo cielo liquido,
le lacrime che sono la voce del cuore di questo
silenzio in cui vado errando questa notte.

Dalle trecento poesie mancanti di Han Shan
composte da Mazie Lane and Bob O’Hearn

*****

.....Per favore non diventare una pecora.
Non seguire nessuno.
Non cercare qui e là.
Non cercare da nessuna parte.

Smetti di cercare.

Smetti ogni forma di immaginazione del futuro
E di concettualizzazione del passato.
Mantieniti in questo momento,
che è un non momento.

Trova da dove viene questo momento,
da dove nasce il tempo, da dove nasce il pensiero
e vedrai che sei sempre stato a Casa.

Non hai bisogno di altro.

di Poonjaji
*****


Quando vai al di là della coscienza di questo mondo,

sapendo che non sei il corpo o la mente,

e tuttavia consapevole come mai prima, che tu esisti,

quella coscienza divina è quello che tu sei.

Tu sei Quello in cui ogni cosa nell'universo è radicata.

di Yogananda