L’unico
caso in cui soffriamo è quando crediamo a un pensiero che si oppone a ciò che è.
Quando la mente è perfettamente chiara, ciò che è è ciò che vogliamo. Volere
che la realtà sia diversa da quella che è, è come pretendere d’insegnare ad un
gatto ad abbaiare. Puoi provare quanto vuoi, ma alla fine il gatto ti guarderà
e dirà: “Miao”. Volere che la realtà sia diversa da come è, è irrealizzabile.
Il Lavoro (Lavoro non è solo
l’opera di Byron Katie, è qualsiasi percorso iniziatico) rivela che quello che
pensavi che non sarebbe dovuto accadere doveva accadere. Doveva accadere perché
è accaduto, e niente al mondo può cambiarlo. Ciò non significa condonarlo o
approvarlo. Significa soltanto riuscire a vedere
le cose senza resistenza e senza la confusione della lotta interiore.
Nessuno vuole che i figli si ammalino, nessuno vuole avere un incidente d’auto;
ma se accade, a cosa serve opporsi mentalmente? Sappiamo che è inutile, eppure
lo facciamo, perché non sappiamo come smettere.
Io
sono un’amante di ciò che è, non perché sia una persona spirituale, ma perché
contrastare la realtà fa male. Possiamo scoprire che la
realtà è buona così com’è perché, se la contrastiamo, proviamo tensione e
frustrazione. Non ci sentiamo naturali o in equilibrio. Quando smettiamo di opporci alla realtà, l’azione diventa semplice,
fluida, dolce e priva di paura.
Un
pensiero è innocuo finché non ci crediamo. Non sono i nostri pensieri, ma l’attaccamento
ai nostri pensieri che causa sofferenza. Attaccarsi a un pensiero
significa credere che sia vero, senza indagarlo. Una credenza è un
pensiero al quale siamo attaccati, spesso da anni.
Molti pensano di essere
quello che i pensieri dicono loro che sono. Un giorno mi accorsi che non ero io
a respirare: venivo respirata. Poi, con stupore, vidi anche che non ero io a
pensare: in realtà venivo pensata e il pensiero non è personale. Puoi
svegliarti al mattino e dirti: “Penso che oggi non penserò”? Troppo tardi, stai
già pensando! I pensieri semplicemente appaiono. Vengono dal nulla e ritornano
al nulla, come nuvole che attraversano il cielo vuoto. Vengono per passare, non
per restare. Non fanno male, finché non ci attacchiamo ad essi come se fossero
veri.
Nessuno è mai riuscito a
controllare i pensieri, anche se alcuni possono raccontare la storia che ci
riescono. Io non lascio andare i miei
pensieri: li accolgo con comprensione. Dopo loro lasciano andare me. I
pensieri sono come la brezza, o le foglie sugli alberi, o le gocce della
pioggia che cade. Anche i pensieri appaiono così e, attraverso l’indagine,
possiamo fare amicizia con loro. Entreresti in conflitto con una goccia di
pioggia? Le gocce di pioggia non sono qualcosa che ti riguarda personalmente e
neppure i pensieri. Se un concetto
doloroso viene accolto con comprensione, la prossima volta che si presenterà lo
troverai interessante. Quello che era un incubo, ora è semplicemente
interessante. Poi, la volta successiva, potresti trovarlo divertente. La volta
ancora dopo, forse non lo noterai nemmeno. Questo è il potere di amare ciò che
è.