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PERLE DAI VANGELI GNOSTICI - AA.VV.

Da il Vangelo di Filippo

Luce e tenebre, vita e morte, destra e sinistra, sono tra loro fratelli. Non è possibile separarli. Perciò né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Per questo ognuno si dissolverà nel suo stato originale. Ma coloro che sono al dì sopra del mondo, sono indissolvibili ed eterni.

I nomi dati alle cose terrestri racchiudono una grande illusione: infatti, distolgono il cuore da ciò che è consistente per volgerlo a ciò che non è consistente. Così, chi ode “Dio “ non afferra ciò che è consistente, ma afferra ciò che non è consistente. Allo stesso modo è con “ il Padre “, “ il Figlio” e “ lo Spirito Santo “, con “ la vita “ e “ la luce “ e “ la risurrezione “, con “ la Chiesa “e con tutte le altre cose, non si afferra ciò che è consistente ma ciò che non è consistente, a meno che, si sia arrivati a conoscere ciò che è consistente.

Ma la verità addusse nel mondo dei nomi, poiché è impossibile insegnarla senza nomi. La verità è una unità, ma è anche molteplicità per noi, affinché impariamo tale unità attraverso la molteplicità.

Coloro che affermano: “ Il Signore è morto e (poi) è risuscitato “, sbagliano. Egli, infatti, prima risorse e (poi) morì. Chi non ottiene prima la risurrezione, costui morirà.

E impossibile che uno veda qualcosa delle realtà essenziali, se non è diventato come quelle. L’uomo, davanti alla verità, non si trova come di fronte al mondo: vede il sole pur non essendo sole, vede il cielo, la terra e ogni altra cosa pur non essendo nulla di tutto questo. Ma (se) tu hai visto qualcosa di quel luogo, tu sei diventato quello (che hai visto). Tu hai visto lo Spirito, e tu sei diventato Spirito; tu hai visto il Cristo, e tu sei diventato Cristo; tu hai visto il Padre, e tu diventerai Padre.

Così in questo luogo vedi ogni cosa, ma non vedi te stesso; ma in quel luogo tu vedrai te stesso e diventerai quello che tu vedi.

Il Signore ha detto: “ Beato colui che è prima di divenire. Poiché colui che è, è stato e sarà “.

Il Signore ha detto: “ Sono venuto per rendere le cose di quaggiù simili alle cose di lassù, e le cose esterne simili alle cose interne. Sono venuto per unirle, in quel luogo.

Nei giorni in cui Eva si trovava in Adamo, la morte non c’era; la morte sopravvenne allorché Eva fu separata da lui. Se rientra in lui, e se egli la prende in sé, la morte non ci sarà più. Perciò il Cristo è venuto a porre riparo alla separazione che ebbe inizio fin dal principio, e a unire nuovamente i due, a vivificare coloro che erano morti a motivo della separazione.

Quanti affermano che prima si deve morire e poi risuscitare, si ingannano. Se da vivi non ottengono la risurrezione, quando moriranno non otterranno nulla. La verità è una divoratrice di vita: quanti si nutrono di essa non moriranno.

Alcuni, se non conoscono se stessi, non gioiscono di quello che possiedono. Ma quelli che sono pervenuti alla conoscenza di se stessi ne gioiranno.

Nessuno riuscirà a ottenere questa grazia in alcun altro modo, se non rivestendosi della luce perfetta e divenendo egli stesso luce perfetta. Colui che si rivestirà di questa, entrerà nel Regno. Questa è la luce perfetta, ed è necessario che - con ogni mezzo -diventiamo uomini perfetti prima di uscire dal mondo.

L’uomo santo è perfettamente santo anche nel suo corpo. Infatti, se ha ricevuto il pane lo santificherà, o il calice o qualsiasi altra cosa riceva, egli la purifica.

Colui che ha la conoscenza della verità è libero. Ma colui che è libero non pecca, poiché chi pecca è schiavo del peccato. La verità è la madre, ma la conoscenza è il padre. Coloro ai quali è permesso di peccare, il mondo li chiama liberi. A coloro ai quali non è permesso di peccare, la conoscenza della verità innalza il cuore, e cioè li rende liberi e li innalza al di sopra di ogni luogo.

L’ignoranza è la madre d’ogni male. L’ignoranza si risolverà in morte, perché quanti provengono dall’ignoranza non erano, non sono, non saranno. L’ignoranza è schiava. La gnosi è libertà. Se conosciamo la verità, troveremo in noi stessi i frutti della verità. Se ci uniamo a essa, porterà il nostro Pleroma.

Da il Vangelo di Verità

Colui, infatti, che non conosce è nel bisogno; e ciò di cui ha bisogno è grande, giacché ha bisogno di ciò che lo rende perfetto.

Sicché colui che conosce è dall'alto. Se viene chiamato, ascolta, risponde, si volge verso colui the lo chiama, risale verso di lui. Il nome dell'Uno diventa il suo nome. Colui che conoscerà in questo modo sa donde venne e dove va;

Poiché non sono vocali né consonanti che uno può leggere, e pensare a cose vuote, bensì sono lettere della verità, che pronuncia solo chi le conosce. Ogni lettera è verità perfetta come un libro perfetto, poiché sono lettere scritte dall'unità;

Così il Logos del Padre camminò tra il tutto, essendo il frutto del suo cuore e l'espressione della presenza della sua volontà.

Come l'ignoranza di una persona si dissolve da sola, nel momento in cui ella conosce. Come si dissolve l'oscurità nel momento in cui splende la luce, così la deficienza dispare nella perfezione. Da questo momento non appare più l'apparenza esterna: si dissolverà fondendosi nell'unità, mentre con le loro opere sono disperse. In (quel) momento l'unità porterà alla perfezione gli spazi.

Nell'unità ognuno ritroverà se stesso. Nell'unità, per mezzo della conoscenza, egli purificherà se stesso dalla molteplicità; come una fiamma, divorerà in se stesso la materia: l'oscurità per mezzo della luce, la morte per mezzo della vita.

Sono come le ombre e i fantasmi della notte ". Quando risplende la luce, comprende che la paura, da cui era preso, è nulla. Erano talmente ignoranti del Padre che non lo vedevano. E ciò infondeva paura, confusione, instabilità, indecisione, dissensione; molte erano le illusioni che li agitavano; molte le vuote stoltezze; proprio come se fossero immersi nel sonno e pervasi da sogni inquietanti fino al momento in cui coloro che sono passati attraverso tutto ciò si svegliano: non vedono nulla, quanti erano in tutta questa confusione, poiché tutto ciò era nulla.

E quanto accade a coloro the hanno eliminato l'ignoranza come un sogno, che per essi non conta più nulla; neppure le sue opere contano più: le considerano vuote, perciò le abbandonano come un sogno notturno; e stimano la gnosi dei Padre come la luce.

Felice colui che è ritornato in sé, e si è svegliato. Felice colui che ha aperto gli occhi ai ciechi. Soffiò su di loro ciò che si trova nel pensiero, compiendo la sua volontà. Molti furono illuminati, si volsero a lui. Annunziò cose nuove, parlò di quanto è nel cuore del Padre, proferì il Logos perfetto. La luce parlò per sua bocca, la sua voce generò la vita. Diede loro il pensiero, la ragione, la misericordia, la salvezza, lo spirito di forza che deriva dall'infinità del Padre e dalla dolcezza.

Dite, dunque, di cuore che questo giorno perfetto siete voi, che in voi abita la luce inestinguibile. Parlate della verità con coloro che la cercano, della gnosi con coloro che - nel loro errore - hanno peccato. Voi siete i figli della gnosi e del cuore! Voi, infatti, siete la coscienza che attrae. Se la forza agisce cosi essa diventa ancora più forte.

Questo è il Logos del Vangelo, della scoperta del Pleroma, per coloro che attendono la salvezza che viene dall'alto. Desta è la loro speranza e verso di essa sono tesi coloro la cui immagine è luce, in cui non vi è ombra alcuna se in quel momento giunge il Pleroma.

La deficienza della materia non proviene dall'infinità del Padre, è piuttosto la profondità del Padre che si moltiplica; e in lui non vi era il pensiero dell'errore.

Questo ritorno è detto conversione.

Il perdono è l'eccedenza della luce nella deficienza.

(il Padre) ha mandato per riempire la deficienza, affinché ora riceva la grazia: quando, infatti, era nella deficienza, non aveva la grazia. Ove non c'era la grazia, vi era la deficienza. Allorché ricevette ciò di cui era mancante cioè la scoperta della luce della verità, che lo ha illuminato perché essa è immutabile.

Ora la fine consiste nel conoscere colui che è nascosto. E questi è il Padre dal quale proviene il principio e verso il quale ritorneranno tutti coloro che da lui provengono.

Questo è il modo di essere di coloro che hanno ricevuto (qualcosa) dall'alto, dalla sconfinata grandezza: sono protesi verso l'unico, il perfetto, che è là per loro; non discendono nell'Amenti; sono esenti da gelosia e da sospiri, da morte, si riposano in colui che è in riposo; non hanno tormenti, né sono impegnati nella ricerca della verità; essi stessi sono la verità; il Padre è in loro, ed essi sono nel Padre, poiché sono perfetti e indivisibili da questo (essere) veramente buono: non soffrono alcuna privazione, ma si riposano, rinfrescati nello Spirito.

Questo è il luogo dei beati, questo è il loro luogo.

Da il Vangelo di Maria Maddalena

...la materia sarà distrutta, oppure no? Il Salvatore disse: Tutte le nature, tutte le formazioni, tutte le creazioni sussistono l’una nell’altra e l’una con l’altra, e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici.

Che cosa è il peccato del mondo? Non vi è alcun peccato.  Per questo motivo il bene venne in mezzo a voi, nell’ (essenza) di ogni natura per restituirla alla sua radice. E proseguì dicendo: Per questo vi ammalate e morite, perché voi amate ciò che è ingannevole, ciò che vi ingannerà.

Commento: tutta la Verità del Riconoscimento, della strada gnostica, in aforismi potenti e liberi da qualunque contaminazione di commenti, mode e tempi che passano. La Verità rivelata. Quanto lenti i nostri occhi ad aprirsi!