Quando la sottigliezza della Realtà è stata realizzata ho riconosciuto che, malgrado le precedenti comprensioni intellettuali, mi ero aspettata il risveglio, come una stato di coscienza molto alterato.
La sottigliezza della Realtà è in tremendo contrasto con la densità sperimentata quando ci si identifica col 'me' . E'
chiaro che nulla è Realmente accaduto a Me, ma questo non significa che
il fare esperienze relative cessi. Il mondo oggettivo viene
sperimentato come prima, ma Sapendo che nessuna-cosa E' come sembra.
La
relatività del mondo oggettivo è meramente un'apparenza nella Realtà.
Quando si realizza che la relatività NON è la Realtà, è chiaro che non è
realmente accaduto nulla. Relativamente parlando, tuttavia, accade
tantissimo. I cambiamenti sono drammatici, positivi e persino
traumatici. Poiché il corpo viene sperimentato ancora così lo sono
tutti i cambiamenti che gli accadono. La differenza è che nessuno li
pensa come personali. E possono essere anche godibili.
Mentre
ci si identifica col corpo le emozioni vengono soppresse e causano
'ritenzioni' in esso. Questo viene avvertito come tensioni a cui la
maggior parte è così abituata da pensare che la loro esperienza del
corpo sia naturale. Nessun ammontare di stretching o rilassamento mi ha
mai fatto sentire come se il mio corpo si stesse sciogliendo.
Ora l'esperienza del corpo può venire descritta come trasparente e leggera.
La
mente è lo specchio della Coscienza. Mentre il 'me' viene considerato
reale si può vedere che lo 'specchio' manca di chiarezza. Quando accade
il Conoscere che la relatività NON è la Realtà la mente non può
capire che cosa sia accaduto. Tuttavia è il meccanismo in cui
l'esperienza del Conoscere viene riflesso o registrato. Per la gente
è molto difficile capire che la mente è pacifica di natura. Al più la
mente viene considerata come il nemico e un qualcosa da combattere. Ma la battaglia è con il coinvolgimento non con la mente.
Quando
la falsa identità se ne va non ci si attacca o si rifiuta nessuna
esperienza. Nessuna esperienza viene considerata importante o
desiderabile. Non rimane nessuno che desideri qualcosa e c'è altrettanta
pace nel lavare i piatti che nello stare sul monte Everest a guardare
il sole tramontare.
Tutte
le esperienze o i sentimenti, per quanto forti, nascono e scompaiono
nella pace. Nessun pensiero viene perseguito o rifiutato. I pensieri
nascono ancora ma, con nessuno che vi si agganci, si acquietano
facilmente. La mente continua il suo lavoro di pianificare, pensare, ma
essenzialmente è pacifica e non coinvolta.
Non
c'è più il senso del tempo che precedeva tutto questo. Ogni esperienza
ha una sua novità che non è colorata da memorie passate. E' come se quest'intera storia e la storia della pseudo-identità che la precedeva non siano accadute che un attimo fa.
La
conoscenza nasce dentro al Conoscere e viene personalizzata (e non c'è
nessun-conoscere il Sé). Quando il concetto del personale scompare
rimane solo Conoscere. Realizzazione di Sé significa assenza di un conoscente e un conosciuto.
Non c' nessun conoscitore del Sé. Non c'è nessun sé da conoscere.
Il
Conoscere è al di là delle parole ma il più vicino che uno possa
arrivarci è che tutto quello che c'è è Coscienza o Fare-esperienza. Quando
viene 'realizzato' il Sé il Conoscere è ancora orientato verso il
corpo-mente. Non c'è più il senso del corpo come un 'contenitore' della
consapevolezza, ma il corpo e la mente sono ancora il meccanismo che
orientano questo Conoscere. Quando la mente non riflette più la
falsa personalità si può dire che l'intelletto è uno 'specchio' più
pulito, che riflette il Conoscere del Sé-manifesto.
C'è la comprensione che il Sè-manifesto e l'Assoluto non sono due. Tuttavia, fino a che la mente, il corpo e il Conoscere non vengono trascesi questa comprensione è semplicemente questo, una comprensione.
Dare un nome all'Assoluto (il non-manifesto o il Parabrahman) in cui si
manifesta il Sé manifesto è mettere in parole quello di cui non si può
parlare. Solo quando tutti i concetti, incluso 'io' vengono 'trascesi'
può venire 'Conosciuto' quello che è al di là di qualunque concetto.
La
tua prima preoccupazione come 'ricercatore' è di realizzare l' 'Io
Sono' non verbale. Quando sono cadute tutte le etichette e identità non è
che il primo 'passo'. Quello che accade dopo questo 'stadio' è un
approfondirsi del distacco, dell'imparzialità, mentre la mente si
rivolge ulteriormente verso l'interno.
Questo
processo è relativo a questo caso particolare (si riferisce a se
stessa) e non è una prescrizione per il risveglio. E' solo una
descrizione dei cambiamenti relativi a cui possono sottostare corpo e
mente. Non sono di alcun significato perché la Realtà non ne è
influenzata.
In questo momento la tua mente può essere ancora molto coinvolta nella sua storia personale. Se
ti consideri un ricercatore, sappi che diventare più consapevole e più
colto è uno scopo errato. La consapevolezza è tutto e in essa è sorto un
falso senso del sé. La tua natura essenziale è
spontaneità-consapevolezza. La tua vera natura è quella che ora Conosce
questa consapevolezza.
Nessuna cosa è mai nata, nessuna cosa muore.
Nessuna cosa ha volontà libera né alcuno scopo.
Nessuna cosa è mai realmente accaduta.
Se non Conosci questo adesso è solo perché credi diversamente. Il solo scopo è dissolvere tutti gli scopi. Questo non accadrà finché ti proponi di diventare una qualunque cosa.
Il Sé non è un fine che 'tu' puoi ottenere. Non c'è ricercatore né cosa
cercata. Questi concetti sono possibili solo a causa del principio
percipiente che li precedeva e in cui appaiono.
Tra
il ricercatore e il cercato c'è il Vedere, l'Ascoltare, il Conoscere,
l'Essere. Se lo capisci profondamente tutto quello che rimane è vivere
la vita così com'è.
Esther
Veltheim ha scritto un libro “Who am I?” e si è realizzata a contatto
con due insegnanti non-duali: Ramesh Balsekar e Wendell Henckel