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NON-DUALITA' ATTRAVERSO IL CORPO - Ellen Emmet


La nostra vera natura è Coscienza immutabile. E’ la sorgente e la sostanza di tutte le cose. Accoglie tutte le esperienze. E’ la realtà della nostra realtà condivisa, senza limiti e universale. Tuttavia, molti di noi credono che quella Coscienza sia limitata e personale. Ci sentiamo localizzati dentro a un corpo fisico limitato. Questo profondo senso di separazione è al centro di ogni sofferenza psicologica.

Per diventare pienamente stabilizzati nella comprensione non-duale dobbiamo guardare da vicino la nostra esperienza a livello dei sentimenti, del sentire (coi sensi) e del percepire. La credenza nella separazione vive nelle interpretazioni senza fondamento della nostra esperienza, al livello del pensiero.
Questo livello (del corpo) di esplorazione è spesso trascurato negli insegnamenti contemporanei advaita. Siamo più disponibili a esaminare il nostro pensiero alla luce della vera natura ma meno aperti ad offrire al nostro corpo la stessa luce. Eppure come può il corpo-mente venire riorchestrato da questa comprensione se a livello di sentimenti operano ancora delle identificazioni non viste?

Fino a che non ho incontrato Francis Lucille (insegnante advaita che si è realizzato con Jean Klein) ero molto occupata a cercare sollievo dalla ‘mia’ sofferenza: l’ansietà intensa che scorreva nel mio corpo o le pesanti nuvole di depressione che mi avviluppavano come un bozzolo si esprimevano con configurazioni di pensiero, sentimenti e reazioni. Era tutto quello che sembravo conoscere di me e non erano affatto accettabili! Così la maggior parte del tempo ero presa da un ciclo ripetitivo di evitare, resistere e cercare.
Vivere vicino a Francis e altri amici cucinando, scherzando, meditando, facendo yoga (Jean Klein insegnava una particolare forma di yoga presa dal Shivaismo Kashmiro per approfondire la Consapevolezza, Presenza, e perdere l’identificazione col corpo, N.d.T.).o semplicemente stando insieme senza fare nulla di speciale, mi ha fatto ritornare continuamente alla verità. La trasmissione era diretta e si rivolgeva a  un dimorare permanente nella Pace, la Felicità e l’Amore.

Durante le sessioni di consapevolezza del corpo venivamo riportati continuamente e insistentemente indietro alla nostra vera natura al livello dei sentimenti e delle sensazioni. La sensazione di essere un essere separato veniva affrontata a quel livello. Veniva investigata apertamente, senza paure e vista chiaramente per quello che era.
Fino ad allora il livello del corpo era rimasto impenetrabile, irrazionale, coperto di strati di sentimenti semivisibili e spaventosi come la foresta oscura dove i bambini si perdono nelle favole. Ma ora venivamo guidati nell’oscurità e incoraggiati con gentilezza. Alla fine il corpo è stato conosciuto come una sensazione in manifestazione che veniva riassorbita dalla sua stessa sostanza: Coscienza aperta e infinita.

Adesso la comprensione non-duale è la mia esperienza ordinaria. Più vicina del più vicino. E’ la prospettiva assoluta di tutti i tempi. E’ una prospettiva che è globale, vuota, senza idee preconcette né progetti. Da questa apertura nascono prospettive più relative per venire incontro alle diverse circostanze…
Ciò che mi ha portato alla terapia coi movimenti di danza è stato il riconoscimento delle proprietà di guarigione e allo stesso tempo della saggezza numinosa e unitiva a cui si rivolge l’esperienza diretta del corpo. Ero e sono innamorata della gioia in cui il corpo si scioglie quando si muove e danza.

Mi dilettavo in una sequenza familiare: prima ero quella che si muoveva, che esprimeva la sua storia, con tutt’attorno lo spazio e la terra sotto come controparti di questa danza nella dualità. Poi l’attenzione si spostava naturalmente in posti più espansi, il cui contenuto psicologico faceva strada a un’energia semplice, a un movimento senza intenzioni o volontà personali, ma tuttavia pieno di sue emozioni. Il corpo percepito diventava sempre più sottile, senza peso, dinamico, e il movimento era libero, intessuto di filamenti di silenzio luminoso. Era il giusto incontro di spazio ed energia. Mi conoscevo come una vibrazione di Presenza, e alla fine mi dissolvevo nella Presenza pura, immobile.
In questi giorni che lavoro come terapista, vengono dei clienti che vogliono condividere questa affinità ed esplorare la loro esperienza attraverso il corpo. Alcuni hanno un interesse specifico per la non-dualità. In questo caso la danza o il movimento di energia sente/conosce se stesso come un gesto della Presenza in Sé stessa.

La prima cosa che viene stabilita è la Presenza, la nostra vera natura. La nostra identità reale che non conosce limitazioni e non conosce nessun altro. Anche se può non venire realizzato completamente la prendiamo come possibilità di cui essere interessati. Rivolgiamo i nostri cuori, corpi e menti verso questa Presenza.
La ragione è che queste sessioni col corpo sono radicate nel nostro amore e devozione per la Verità. Non sono esplorazioni oggettive e pragmatiche di stati del corpo, stati di energia o vibrazione. Non sono fatte per conseguire qualcosa. Non programmiamo di lasciare la sessione sentendoci più espansi, più rilassati, più di qualcosa o meno di qualcos’altro. Queste sessioni ci riportano al nessuna-cosa, la verità vuota e trasparente che siamo, che si traduce in  Pace, Amore, Felicità.

Dopo esserci stabiliti nella presenza cominciamo un’esplorazione profonda della credenza nella separazione al livello non razionale di sensazioni, sentimenti, e percezione. Cominciamo ad ascoltare la nostra esperienza del corpo direttamente, senza la solita mediazione di concetti, memorie, immagini. Quindi ci immergiamo nel flusso di sensazioni che è la nostra esperienza attuale del corpo e cominciamo a vedere che esso appare, come ogni altra cosa, in uno spazio di coscienza che è apertura pura, come un vasto cielo blu. E cominciamo a conoscerci come questa Apertura.
Mentre procediamo in questa esplorazione incontriamo quelle sensazioni che sembrano opporsi al conoscerci come Apertura: la sensazione di essere solidi, pesanti, compatti. Sensazioni di essere limitati e separati dalla terra o dallo spazio tutt’attorno; sensazioni di essere localizzati dentro a un corpo come uno che sente, uno che si muove, uno che pensa, uno che fa, sensazioni di essere identificati con un’attitudine corporea: paura, difensiva, vittimismo, superiorità.

Quando permettiamo che affiorino alla superficie strati più profondi incontriamo sensazioni di mancanza, insicurezza, paura, che sono bloccati profondamente nel tessuto del corpo, in catene somatiche e costellazioni di energia. Impariamo ad affrontare tali sensazioni e sentimenti direttamente al loro livello. Mentre li percepiamo realizziamo che appaiono e si dispiegano in noi come fatti di noi stessi: una presenza che è trasparente e amorevole.
Con questa realizzazione viene un movimento spontaneo di cooperazione a livello del corpo. E’ come se ogni sensazione si desse alla Presenza; come se la sensazione globale del corpo si dissolvesse nello spazio in cui appare. Qualunque sentimento o sensazione che appaia che porti un senso di ‘me’ separato e localizzato, viene offerto a quello che riassorbe tutto il ‘senso di me’ in Sé stesso e che è il solo ME reale.

La trasmissione è quel conoscere il Sé attraverso il Sé. Avviene fuori dal tempo e dello spazio, fuori dall’ambito dell’esperienza relativa. Non è né un apprendimento né un disimparare. E’ più come un essere immerso ancora e ancora nella comprensione fino a che il tuo intero essere ne è permeato. L’imparare e il disimparare sono un naturale sviluppo spontaneo. Tutto quello che devi fare è di metterti sulla strada della Verità. Il tuo Sé non ha bisogno di imparare o disimparare nulla per conoscersi. Conosce Sé stesso direttamente e completamente.
Talvolta un vecchio trauma o una contrazione profonda hanno bisogno di sciogliersi (unwind). La storia ha bisogno di venire raccontata, le lacrime di scorrere, le immagini vogliono prendere forma. Tutto avviene senza fretta e in uno spazio aperto.

Alla fine siamo interessati sempre e soltanto nella Consapevolezza, quindi non c’è uno schema fisso o un impulso a manipolare l’esperienza ma piuttosto un cooperare con il dispiegarsi  organico della guarigione. E per guarigione intendo sempre un riallineamento del corpo e della mente con la nostra vera natura; niente a che vedere con la scomparsa di sintomi, anche se può accadere.
Se il cliente è un vero amante, è facile accogliere bene depressione, traumi, e sofferenza. C’è una più ampia prospettiva e meno effetto gravitazionale in ogni particolare costellazione dolorosa. La credenza nella separazione che la sofferenza ha catturato e perpetuato come un blocco energetico viene compresa e vista per quello che è: sono una vittima, nessuno mi ama, non valgo nulla, che scopo c’è….e, essenzialmente: non voglio morire.

Tanti ricercatori hanno una mente forte e intellettualizzano i concetti ma non sono capaci di cadere nel cuore o di far esperienza del corpo. A un certo momento qualcosa si scioglie se sono dei ricercatori sinceri. Nel recipiente amorevole della relazione terapeutica le cose si dipanano coi loro tempi. Questo amore non collude con la sofferenza personale. Accoglie la totalità dell’esperienza rimanendo Coscienza impersonale e universale. E’ contemporaneamente compassionevole ma ferma. Talvolta prende la forma di un’amorevolezza materna, di un consigliare, di un indagare, di un giocare. Talvolta rimane come un silenzio aperto

Commento: il mirabile percorso di integrazione della Presenza nel corpo attraverso movimento e danza, la liberazione del “corpo di dolore” è un invito a chi ha esplorato il Risveglio con la mente e si trova talvolta ancora a lottare con ricordi e meccanismi nascosti alla mente dentro il corpo.